ISSN 2039-1676


24 luglio 2014 |

Un breve bilancio, alla vigilia delle vacanze...

Editoriale

 

1. Anche quest'anno andiamo in vacanza per qualche settimana. Le nostre pubblicazioni regolari - fatti salvi interventi puntuali su questioni o notizie di particolare attualità - riprenderanno lunedì 15 settembre, in concomitanza con la ripresa piena dell'attività giudiziaria. Molti e assai vari sono peraltro i contributi che affidiamo alla meditazione dei nostri lettori, tra un bagno e l'altro. Tra questi spicca il nuovo numero della nostra Rivista trimestrale, scaricabile cliccando sull'icona a fianco a sinistra, dedicato ancora una volta al nostro maestro recentemente scomparso, Giorgio Marinucci, e al suo sorriso un po' sornione che campeggia nella copertina. Abbiamo qui raccolto i molti ricordi che i suoi allievi, amici, colleghi ci hanno inviato per testimoniare il loro affetto nei confronti di un grande professore - e, assieme, di un uomo dalla carica vitale che a tutti noi appariva inesauribile -, inaugurando così un numero nel quale altre autorevoli voci del diritto penale (e del diritto costituzionale) odierno discutono su questioni dogmatiche cruciali come la nozione di dolo eventuale o sul tormentato tema - su cui non ci stancheremo di far sentire la nostra voce - del rapporto tra carcere e diritti fondamentali.

 

2. Le pubblicazioni di queste ultime settimane sulla Rivista quotidiana si sono, d'altra parte, succedute a ritmo frenetico: tanto che persino a chi scrive risulta ormai difficile seguire il filo dei molti discorsi intrecciati con i nostri lettori attraverso i nostri contributi, che toccano ormai ogni settore del sistema penale, e spesso vanno oltre i suoi stessi orizzonti.

Abbiamo cercato, anzitutto, di tener desta l'attenzione sul tema cruciale della tutela dei diritti fondamentali, convinti come siamo della necessità di lavorare nel senso di una sempre maggiore integrazione tra le discipline penalistiche e il "diritto dei diritti umani" - lo human rights law -, alla luce anche del moltiplicarsi degli interventi della Corte europea dei diritti dell'uomo sulla materia penale, che portano continuamente il penalista italiano a interrogarsi sulle ricadute interne di quella giurisprudenza: un tema al quale io stesso ho qualche giorno fa dedicato un editoriale avente ad oggetto, in particolare, i non sempre facili rapporti tra Corte costituzionale e Corte europea (clicca qui per accedervi), e attorno al quale ruotano altresì i dibattiti sulla portata del ne bis idem rispetto ai modelli di doppio binario sanzionatorio penale-amministrativo (dal diritto dei mercati finanziari alla materia delle violazioni tributarie) nonché sulla problematica relazione tra confisca e prescrizione, ai quali pure abbiamo dedicato ampio spazio nelle settimane scorse.

Procedendo poi in ordine sparso, un mio recente intervento 'a caldo' sul tema delle modifiche in materia di custodia cautelare apportate dal recentissimo d.l. 92/2014 ha rinfocolato il dibattito - che speriamo di poter presto proseguire e approfondire - sul senso e sui limiti della carcerazione preventiva, grazie alla vivace reazione critica al mio intervento di Massimo Ceresa Gastaldo, membro autorevole del nostro Comitato scientifico. E ciò a testimonianza, tra l'altro, della vocazione plurale della nostra iniziativa editoriale che, pur intendendo porsi quale punto di riferimento culturale e di politica del diritto anziché quale mero strumento di aggiornamento professionale, rivendica al tempo stesso tra le proprie caratteristiche essenziali un'assoluta apertura quanto ai contenuti, purché motivati da una autentica volontà di dialogo e di rispetto reciproco tra i diversi protagonisti del nostro sistema penale.

I numerosissimi interventi pubblicati negli ultimi giorni hanno poi toccato temi di enorme rilievo prasseologico, quali l'accertamento del nesso causale in materia di esposizione ad amianto; la tormentata legislazione sulle sostanze stupefacenti dopo i recenti interventi della Corte costituzionale e dello stesso legislatore (con un'opportuna puntualizzazione, a firma di Luisa Romano, sul testo da considerarsi vigente dell'art. 73 t.u. stup., a fronte dello stato di confusione ingenerato anche dai testi scaricabili oggi in talune banche dati); le ricadute di tali vicende normative sulle sentenze di condanna ormai passate in giudicato; l'elusione fiscale, in relazione a una nuova recentissima tappa del noto processo Dolce-Gabbana; nuove interessanti evoluzioni della giurisprudenza della Cassazione in materia di 'concorso anomalo' nel reato; l'impatto della giurisprudenza della Corte europea sui poteri del giudice d'appello di riformare in peius la sentenza di primo grado; il controllo del giudice sul p.m. in relazione al rispetto dell'obbligatorietà dell'azione penale; le c.d. perquisizioni on line; e ancora, sul piano del diritto comparato, le riforme in cantiere del codice penale spagnolo, oggetto di un'approfondita analisi di un prestigioso collega spagnolo - il prof. Nicolas García Rívas -, riforme che appaiono di grande interesse anche per il lettore italiano, in relazione alla svolta 'sicuritaria' che tali modifiche preannunziano, in particolare sul versante del potenziamento e inasprimento delle misure di sicurezza post poenam nei confronti di soggetti imputabili pericolosi.

 

3. Le vicende legate alla recentissima decisione della Corte d'appello milanese nel caso "Berlusconi/Ruby", sulla quale ci soffermeremo distesamente non appena saranno depositate le relative motivazioni, dimostrano, ancora una volta, quanto possa essere feconda l'interazione tra accademia e prassi, allorché la prima non si limiti a teorizzazioni meramente speculative, ma affronti i problemi reali che si presentano alla prassi elaborando modelli di decisione utilizzabili nelle singole vicende processuali. Al di là del merito della decisione, non v'è dubbio che l'intensa discussione scientifica sviluppatasi da un anno e mezzo a questa parte sui delitti contro la pubblica amministrazione in seguito alla riforma del 2012 - discussione a cui la nostra Rivista ha costantemente contribuito nel corso di questi mesi - abbia giocato un ruolo significativo anche in questa vicenda processale, dai contorni fattuali piuttosto semplici, ma tutt'altro che chiara dal punto di vista dell'inquadramento giuridico dei fatti; e non è un caso, io credo, che proprio un recente volume sul concetto di minaccia scritto da Gian Luigi Gatta, vice direttore di questa Rivista, sia stato oggetto di serrata discussione in sede di discussione tra le parti in quel processo. Al di là del merito della decisione - ripeto -, l'indicazione 'forte' che proviene da questa vicenda per noi di Diritto penale contemporaneo è di metodo: e attiene alla fruttuosità di un approccio dialogico con la giurisprudenza, e in generale con la prassi, che muova dell'ascolto dei problemi reali sui quali si gioca il destino degli imputati nei nostri processi, e su quella base cerchi di fornire un contributo razionale, argomentato, e il più possibile equidistante dagli opposti interessi di parte, per la soluzione di questi stessi problemi. Con un occhio costante al rispetto del dato normativo (comprensivo però delle fonti ordinarie e di quelle sovraordinate, costituzionali ed europee) e alla coerenza del sistema, ma anche all'intrinseca ragionevolezza - e al buon senso, virtù ultima di ogni giurista - delle soluzioni di volta in volta proposte.

 

4. È in questo stesso spirito che abbiamo pensato di mettere a frutto l'esperienza sin qui accumulata, proponendo, nella nostra sede dell'Università degli Studi di Milano, un corso di perfezionamento e specializzazione in diritto penale destinato agli avvocati e ai praticanti avvocati, che abbiamo anche in questo caso voluto intitolare alla memoria di Giorgio Marinucci. Il corso, diretto dal Prof. Fabio Basile - anch'egli membro del nostro Comitato scientifico -, prevede la partecipazione diretta, in qualità di docenti, di vari professori impegnati in Diritto penale contemporaneo (a cominciare dal sottoscritto), i quali interverranno - nell'ambito di incontri fortemente orientati ad una metodologia di problem solving, che favorisca al massimo l'interazione tra tutti i partecipanti - assieme ad autorevoli esponenti della magistratura e del foro non soltanto milanese, a proposito di materie di particolare rilevanza prasseologica, sul versante tanto del processo come del diritto penale sostanziale.

Il corso si svolgerà lungo l'intero prossimo anno accademico, e sarà articolato in lezioni per complessive 100 ore concentrate nei pomeriggi di venerdì, in maniera tale da poter costituire la prima annualità di un futuro percorso formativo per l'acquisizione e il mantenimento del titolo di avvocato specialista in diritto penale secondo quanto ad oggi stabilito dallo schema di decreto attuativo dell'articolo 9 della legge 31 dicembre 2012, n. 247, in fase di approvazione da parte del competente ministero. Abbiamo comunque previsto, nelle more dell'approvazione di tale decreto, una suddivisione del corso in tre moduli tematici (uno per ciascun trimestre), ognuno dei quali darà diritto all'acquisizione dei 24 crediti formativi annuali che ciascun avvocato è tenuto a conseguire ai fini della propria formazione permanente (per maggiori dettagli, clicca qui).

 

5. Prima di concludere, mi corre davvero obbligo di esprimere la mia gratitudine per lo straordinario lavoro compiuto - come sempre - dalla nostra segretaria di redazione, l'avv. Anna Liscidini (coadiuvata in particolare dai dott. Alessandra Galluccio, Marco Montanari e Chiara Ubiali, che parimenti ringrazio), senza la quale Diritto penale contemporaneo semplicemente non esisterebbe. Ed assieme voglio qui formulare un pubblico riconoscimento - in attesa di ritoccare anche formalmente il nostro organigramma, alla ripresa delle nostre attività in settembre - per il lavoro dei dott. Angela Della Bella, Stefano Zirulia, Alberto Aimi e Tommaso Trinchera, che da qualche mese si fanno carico, a turno, delle complesse operazioni di verifica, caricamento e messa in linea quotidiana dei contributi, gestendo così di fatto la nostra Rivista con funzioni ormai del tutto analoghe a quelle in passato svolte da me e dai vice direttori. La quale riesce a vivere - con i risultati che ancora una volta sono orgoglioso di sottolineare: oltre 7.000 contatti soltanto nelle giornate di lunedì, e una media di 6.000 contatti negli altri giorni lavorativi; 149.000 contatti nell'ultimo mese; 5.440 indirizzi nella newsletter - soltanto grazie al loro impegno (spesso notturno), alla loro intelligenza e alla loro preparazione, come attestano del resto i sempre più numerosi contributi da loro direttamente firmati nelle materie più varie, ogniqualvolta se ne presenti la necessità.

Grazie dunque, e i miei migliori auguri di buone vacanze a tutti: ai miei compagni di viaggio, e ai nostri lettori.