ISSN 2039-1676


30 marzo 2016 |

L'insostenibile imprescrittibilità  del reato. La Corte d'Appello di Milano mette la giurisprudenza ''Taricco'' alla prova dei controlimiti

Nota a Corte d'Appello di Milano, Sez. II, ord. 18 settembre 2015, Pres. Maiga, Est. Locurto.

Il contributo è pubblicato nel n. 1/2016 della nostra Rivista trimestrale. Clicca qui per accedervi.

 

Per leggere il testo della sentenza in commento clicca qui.

 

Abstract. L'ordinanza con la quale la Corte d'appello di Milano ha richiesto l'intervento dei giudici di Palazzo della Consulta affinché impediscano l'ingresso del dictum stabilito dalla Corte di giustizia nella pronuncia Taricco offre uno spunto per una riflessione sulla delicata materia dei principi supremi dell'ordinamento. Nel lavoro si muove dal presupposto, tratto dalla giurisprudenza costituzionale, per cui non tutti gli istituti nei quali i principi supremi si estrinsecano vanno assunti a rango di "controlimite". È invece il loro solo nucleo essenziale a non cedere di fronte al primato del diritto dell'UE. Proseguendo lungo tale direttrice, si analizza l'istituto della prescrizione, per capire se la sua disciplina rientri a pieno titolo nel nucleo centrale di tutela offerto dal principio del nullum crimen, nulla poena sine lege di cui all'art. 25, secondo comma, Cost., ovvero se ne rappresenti un aspetto meramente accidentale.

 

SOMMARIO: 1. Il punto di partenza: brevi cenni sul caso Taricco. - 2. Il parametro del rinvio pregiudiziale e il nodo degli effetti diretti. - 3. Il dialogo tra le Corti: da Cuneo a Lussemburgo, da Milano a Roma.  - 4. L'imprescrittibilità a Palazzo della Consulta: l'ordinanza di rimessione. - 5. I controlimiti come extrema ratio. - 6. Alla ricerca di una via di fuga. - 7. Natura "ibrida" della prescrizione. - 8. Osservazioni conclusive.