ISSN 2039-1676


28 dicembre 2016 |

L'impatto dell'ordine europeo di indagine penale sulle regole probatorie nazionali

Il contributo è pubblicato nel n. 3/2016 della nostra Rivista trimestrale. Clicca qui per accedervi.

 

Il contributo costituisce il testo della relazione, integrata e corredata di bibliografia, svolta al XXX Convegno nazionale dell’Associazione tra gli Studiosi del Processo Penale (“Investigazioni e prove transnazionali”, Roma, 20-21 ottobre 2016).

 

Abstract. È difficile cogliere a pieno le future ripercussioni dell’ordine europeo di indagine penale sul nostro sistema. Già si intravede, nondimeno, una parte più rassicurante della nuova disciplina, laddove la direttiva 2014/41 assicura la salvaguardia delle regole nazionali di ammissibilità degli atti istruttori, ed una, invece, più preoccupante, relativa alle modalità di raccolta delle prove. La direttiva non garantisce, a quest’ultimo riguardo, che tutte le norme interne saranno rigorosamente osservate. Ma qui viene in soccorso il principio di proporzionalità previsto dall’art. 52 § 1 della carta di Nizza, mirato ad assicurare un ragionevole bilanciamento fra la conservazione delle garanzie nazionali e il raggiungimento degli obiettivi dell’Unione, a pena dell’inutilizzabilità delle prove raccolte. Non è un antidoto infallibile. Ma in un sistema giuridico globalizzato che ha perso la guida delle tradizionali fattispecie legislative, esso perlomeno postula l’onere di motivare qualunque allontanamento dai nostri standard. La speranza è che ne derivino regole probatorie che, per quanto di matrice giurisprudenziale, risultino sufficientemente equilibrate e prevedibili nel loro esito, così come esige il principio di legalità processuale.

 

SOMMARIO: 1. Un’inedita grammatica del procedimento probatorio. – 2. L’ammissione degli atti istruttori: l’approssimazione all’ideale della doppia legalità. – 2.1. La clonazione delle regole di ammissibilità previste dalla lex fori. – 2.2. La clonazione delle regole di ammissibilità previste dalla lex loci. – 2.3. Il contraddittorio sul vaglio di ammissibilità in base alla lex loci: l’impugnazione dell’exequatur. – 3. La raccolta delle prove: l’ibridazione fra la lex fori e la lex loci. – 4. L’utilizzazione delle prove. – 4.1. I divieti di ammissione impliciti nella direttiva. – 4.2. La sorte delle regole di esclusione nazionali che dipendono dalle modalità di raccolta delle prove. – a) Prima soluzione: la replica delle regole di esclusione nazionali previste per i casi interni analoghi. – b) Seconda soluzione: la replica delle regole di esclusione delle prove raccolte con le rogatorie previste dagli artt. 431 e 512 bis c.p.p. – c) Terza soluzione: la previsione di una regola di esclusione discrezionale. – 5. Il controlimite della legalità processuale. – 6. La bussola della proporzionalità: l’onere di motivare il distacco dalle garanzie nazionali.