ISSN 2039-1676


22 maggio 2017

Le Sezioni unite confermano: è abusivo l’accesso a sistemi informatici per ragioni diverse da quelle per le quali l’agente dispone di autorizzazione

Cass., Sez. Un., u.p. 18 maggio 2017, Pres. Canzio, Rel. Savani, ric. Savarese (informazione provvisoria)

Il servizio novità della Corte Suprema di cassazione comunica che, in esito alla pubblica udienza del 18 maggio 2017, le Sezioni unite penali hanno affrontato la seguente questione:

« Se integri il delitto previsto dall’art. 615-ter, secondo comma, n. 1, cod. pen. la condotta del pubblico ufficiale o dell’incaricato di un pubblico servizio che, pur essendo abilitato e pur non violando le prescrizioni formali impartite dal titolare di un sistema informatico o telematico protetto per delimitarne l’accesso (nella specie, Registro delle notizie di reato: RE.GE.), acceda o si mantenga nel sistema per ragioni ontologicamente estranee e comunque diverse rispetto a quelle per le quali, soltanto, la facoltà di accesso gli è attribuita.».

Secondo l'informazione provvisoria diffusa dalla Suprema Corte, al quesito si è data risposta affermativa.

La deliberazione è stata assunta sulle conclusioni conformi del Procuratore generale presso la Corte di cassazione.

L’ordinanza della Quinta sezione penale che aveva rimesso la questione alle Sezioni unite (u.p. 25 gennaio 2017, dep. 14 marzo 2017, n. 12264, Pres. Fumo, est. Catena) può essere consultata, in formato PDF, cliccando sulla icona sovrastante.

Pubblicheremo la motivazione della sentenza delle Sezioni unite immediatamente dopo il relativo deposito. (G.L.)