ISSN 2039-1676


27 maggio 2019 |

La legge "spazzacorrotti": ultimo approdo del diritto penale emergenziale nel cantiere permanente dell'anticorruzione

Contributo pubblicato nel Fascicolo 5/2019

Il contributo è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di un revisore esperto.

 

Abstract. Nell’ultimo decennio, una folta sequenza di interventi legislativi ha scandito, in Italia, le strategie di lotta alla corruzione, in chiave sia preventiva che repressiva. Nel testo vengono analizzate criticamente le principali novità della recente legge n. 3/2019: gli inediti strumenti investigativi e premiali volti a far emergere la corruzione nascosta, il forte inasprimento delle pene accessorie interdittive, l’estensione del regime ostativo ex art. 4-bis ord. penit. ai delitti contro la p.a., la riformulazione del traffico di influenze illecite, la riforma della prescrizione, e altro ancora. Il vasto programma politico-criminale delineato dalla legge c.d. “spazzacorrotti” si connota per la piena e definitiva adesione, in questo settore, al “modello emergenziale" di gestione dei problemi sociali mediante il diritto penale, mutuando schemi già invalsi nel contrasto a varie forme di criminalità particolarmente grave. L’osmosi tra percezione della corruzione come emergenza criminale e incessante escalation legislativa desta preoccupazione per l’erosione dei principi costituzionali del diritto penale e richiede una riflessione di più vasta portata sulle tendenze dello ius puniendi nel nostro Paese, le principali cause interne e sovranazionali, e il “senso del limite” da recuperare.

SOMMARIO: 1. Il contesto: la sequenza di novelle anticorruzione. – 2. Le cause: fattori endogeni ed esogeni della proliferazione legislativa in materia. – 3. Le ricadute normative dell’ascesa della corruzione a “emergenza criminale”. – 4. La progressiva osmosi tra lotta alla criminalità organizzata e lotta alla corruzione: rischi d’irragionevole overdeterrence e incertezze applicative degli istituti di nuovo conio. – 5. Spinte all’emersione della corruzione nascosta: i nuovi strumenti investigativi e premiali. – 5.1. Operazioni sotto copertura: il sottile discrimine tra “provocatore” e “infiltrato”. – 5.2. L’inedita causa di non punibilità del denunciante. – 6. La marginalizzazione dell’ideale rieducativo e gli eccessi punitivi della filosofia emergenziale. – 6.1. L’inasprimento delle pene accessorie individuali. – 6.1.1. Possibili questioni di costituzionalità. – 6.2. L’ingresso (retroattivo) del corrotto/corruttore nel girone penitenziario riservato al mafioso. – 6.3. La (sedicente) riparazione pecuniaria riformata (art. 322-quater c.p.) e gli enigmatici nessi con la confisca per equivalente (art. 322-ter c.p.). – 7. La spasmodica ricerca di una maggiore effettività del sistema penale: dilatazione della giurisdizione extraterritoriale, aumento delle ipotesi di procedibilità d’ufficio, riforma della prescrizione. – 8. Esigenze di conformità vere o presunte ad obblighi internazionali di incriminazione: la riformulazione del traffico di influenze illecite e della corruzione internazionale. – 9. Modifiche in tema di responsabilità degli enti ex d.lgs. n. 231/2001 e involuzione della logica prevenzionale del reato aziendale. – 10. Epilogo: il “senso del limite” da recuperare.