ISSN 2039-1676


20 giugno 2011 |

20 giugno: giornata mondiale del rifugiato

Il Presidente dell'APCE (Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa) torna a parlare dei "boat people" e per farlo sceglie un'occasione importante: la giornata mondiale dei rifugiati

Oggi, 20 giugno 2011, ricorre il 60° anniversario della Convenzione di Ginevra relativa allo status di rifugiato. La Convenzione definisce chi può essere considerato rifugiato, quali siano i suoi diritti e indica pure il trattamento che gli Stati aderenti dovrebbero riservare.
 
Si tratta di un documento internazionale che in tempi, come questi, di profonda crisi economica e politica diventa ancora di più il simbolo della volontà di preservare la dignità umana, sempre e comunque, aiutando coloro i quali fuggono, cercando di sottrarsi ai conflitti e alle persecuzioni.
 
Già ai primi di maggio Mevlüt Çavusoglu, Presidente dell'APCE (Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa), non aveva mancato di esprimere sdegno e preoccupazione per la morte in mare di 61 migranti, abbondonati alla deriva nelle acque del Mediterraneo: "l’Europa dovrebbe smetterla di drammatizzare la portata degli arrivi quando oltre 650.000 rifugiati che fuggono dalla Libia sono stati accolti dai paesi vicini, in particolare Egitto e Tunisia".
 
Sulle stesse posizioni si è sempre attestato il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Thomas Hammarberg, convinto che l’Europa tutta dovrebbe aiutare un maggior numero di rifugiati a reinsediarsi in un luogo sicuro.
 
La comunicazione del Presidente dell’APCE ha un titolo emblematico: "troppe persone muoiono in mare" ed è accompagnata da un dossier web che contiene un lungo elenco di documenti adottati di recente dall’Assemblea Parlamentare in ordine alla questione dei migranti, dei richiedenti asilo e dei rifugiati.