ISSN 2039-1676


19 gennaio 2012 |

V. Grevi, G. Giostra, F. Della Casa, Ordinamento penitenziario commentato, quarta edizione, Cedam, 2011

Recensione

L'Ordinamento penitenziario commentato' esce ora nella quarta edizione, a cinque anni di distanza dall'edizione precedente. Come sottolineato nella premessa a questa edizione, scritta a quattro mani da Glauco Giostra e Franco Della Casa, l'aggiornamento dell'opera, reso necessario dagli interventi normativi succedutisi negli ultimi anni, ha anche il significato di onorare il ricordo di Vittorio Grevi, che di questa opera  è stato il principale ideatore.

Il commentario è progressivamente cresciuto nel numero di pagine, dando conto delle tumultuose e non sempre lineari evoluzioni normative che hanno interessato la materia: in questa edizione, per la prima volta si presenta in due tomi. Il tomo primo ('Trattamento penitenziario') contiene il commento agli artt. 1-58 quater della legge sull'ordinamento penitenziario; il secondo ('Organizzazione penitenziaria') contiene il commento agli artt. 59-91 della legge, nonché una ricca appendice normativa, aggiornata con i più recenti testi nazionali ed internazionali di rilievo nella materia penitenziaria (tra gli altri, la Raccomandazione europea del 2010 sulla messa alla prova). Oltre agli articoli della l. 26 luglio 1975, n. 354, sono oggetto di commento anche alcune disposizioni che, originariamente inserite nel tessuto della legge, hanno oggi una diversa collocazione (si pensi all'art. 94 t.u. 309/90 relativo all'affidamento in prova in casi particolari, già disciplinato dall'art. 47 bis o.p.; all'art 6 t.u. 115/02 relativo alla remissione del debito, già disciplinata dall'art. 56 o.p.; alle disposizioni del codice di procedura penale relative al procedimento di sorveglianza, già disciplinato dagli artt. 70 ss. o.p.).   

Ogni contributo contiene un'approfondita analisi della disposizione in esame, condotta alla luce dell'evoluzione normativa della materia e delle pronunce della Corte costituzionale (alle quali viene dedicato ampio spazio, in considerazione del fondamentale ruolo di garanzia da sempre ricoperto dalla Corte nella materia penitenziaria) ed offre una panoramica esaustiva degli interventi dottrinali e giurisprudenziali attinenti alle questioni trattate.

Pur nella forma del commentario, il lavoro di Grevi, Giostra e Della Casa ha un respiro unitario. Ciò è dovuto essenzialmente al taglio dei vari contributi, che, mentre affrontano tutti i problemi interpretativi proposti da ciascuna disposizione, si pongono nel contempo in una prospettiva di 'sistema': gli Autori infatti hanno sempre cura di inquadrare la norma all'interno dell'ordinamento penitenziario, evidenziando le scelte di politica criminale che ne stanno alla base e mettendo in risalto le connessioni con le altre disposizioni della legge. D'altra parte, giova al risultato 'armonico' dell'insieme il fatto che i contributi sono curati da una 'squadra' di collaboratori selezionata, ristretta e pressoché immutata dalla prima edizione.

A dare un senso di unitarietà a questo lavoro fornisce un importante contributo il commento all'art. 1 o.p.: tale disposizione, che mette in primo piano la necessità di assicurare il rispetto della dignità della persona nell'esecuzione del trattamento penitenziario, rappresenta, come scriveva Vittorio Grevi, "la norma più emblematica della svolta ideologica operata dal legislatore del 1975" ed "il miglior baluardo dinanzi al rischio di un cedimento a prassi o, peggio ancora, a previsioni normative di contenuto inumano o degradante". Ed è anche per il significato simbolico di questa disposizione che essa è divenuta il luogo nel quale Vittorio Grevi, dopo le pagine molto intense dedicate ad illustrare le scelte di fondo del legislatore del '75, dava conto, edizione dopo edizione, delle riforme che si andavano affastellando sulla legge ed esponeva le sue acute riflessioni sulle linee di tendenza della politica criminale e sulle evoluzioni (o involuzioni) del nostra legislazione penitenziaria.

Venendo ora alle novità contenute nell'ultima edizione, si segnalano in particolare: il d.l. 11/09 che, modificando l'art. 4 bis o.p., ha introdotto limiti più severi per l'accesso ai benefici penitenziari da parte degli autori di reati sessuali; la legge 15 luglio 2009, n. 94 che ha irrigidito alcune prescrizioni del regime detentivo speciale di cui all'art. 41 bis o.p. ed ha attribuito in via esclusiva al Tribunale di sorveglianza di Roma la competenza a decidere sui reclami in materia; la l. 26 novembre 2010, n. 199, c.d. 'svuota-carceri', che ha introdotto nell'ordinamento un'ulteriore ipotesi di detenzione domiciliare nell'intento di alleviare la situazione di drammatico sovraffollamento in cui versano ormai da tempo i nostri istituti penitenziari (pur non essendo collocata nel tessuto della legge di ordinamento penitenziario, di tale importante novità si dà atto - ratione materiae - all'interno del commento dedicato agli artt. 47 ter e 69 bis o.p. e all'art. 656 c.p.p.); la l. 21 aprile 2011, n. 62 che al fine di assicurare maggiore protezione ai figli minori di genitori detenuti ha, da un lato, introdotto nell'ordinamento penitenziario l'art. 21 ter, che autorizza la madre o il padre ad uscire dall'istituto per far visita al figlio in gravi condizioni di salute ed ha, dall'altro, previsto che la  detenzione delle madri con prole debba avvenire in istituti a custodia attenuata o quando possibile in case-famiglia protette (art. 47 quinquies o.p.).   

Come già si è sottolineato, notevole risalto viene dedicato nell'opera alle pronunce della Corte costituzionale che, anche negli ultimi anni, hanno interessato la legge sull'ordinamento penitenziario. Si pensi, tra l'altro, alla sentenza n. 78 del 2007, che ha dichiarato l'illegittimità degli artt. 47, 48 e 50 o.p., laddove interpretati nel senso che allo straniero extracomunitario, entrato illegalmente nel territorio dello Stato o privo del permesso di soggiorno, fosse in ogni caso precluso l'accesso alle misure alternative. Di particolare rilievo anche la sentenza n. 189 del 2010, che, pur senza dichiarare l'illegittimità dell'art. 58 quater (norma che esclude l'accesso ai benefici penitenziari per i soggetti che siano stati condannati a norma dell'art. 385 c.p.), ha di fatto sancito il divieto di preclusioni assolute nei confronti di tale categoria di soggetti, affermando che l'interpretazione costituzionalmente dovuta della norma è quella che impone una valutazione in concreto sull'idoneità del condannato a fruire di quelle misure: in linea, dunque, con la tendenza della Corte a smantellare sul terreno del diritto penitenziario tutti quegli automatismi che, precludendo in modo assoluto l'accesso ai benefici penitenziari per categorie di condannati, contrastano con il fondamentale principio di individualizzazione del trattamento.

Anche in questa quarta edizione, l'Ordinamento penitenziario commentato si propone in definitiva come una vera e propria 'Bibbia' per gli studiosi e per gli operatori del diritto penitenziario: opera insostituibile per completezza, accuratezza e coerenza di insieme.