ISSN 2039-1676


24 novembre 2010

L'avventura è iniziata...

A cura del comitato scientifico di "Diritto penale contemporaneo"

1. A tre settimane ormai dall’avvio di “Diritto penale contemporaneo”, vogliamo anzitutto esprimere un caloroso grazie a tutti coloro che ci hanno manifestato simpatia ad apprezzamento per l’iniziativa, ed assieme hanno contribuito a diffondere presso colleghi ed amici la notizia dell’esistenza della nostra rivista. Il successo di questa – davvero rudimentale – campagna pubblicitaria a costo zero è, d’altronde, dimostrato dal numero lusinghiero di iscritti alla nostra newsletter (oltre 300), e dal numero degli accessi al sito (più di 3.500 nei soli primi venti giorni di novembre).
 
E un grazie affettuoso anche a coloro che, raccogliendo l’invito formulato nel precedente editoriale, hanno... rotto il ghiaccio, facendoci avere provvedimenti giudiziari di particolare rilievo, ovvero inviandoci i loro contributi ed arricchendo, così, la piccola ma agguerrita schiera dei nostri autori
 
 
2. Numerosi i nuovi documenti pubblicati nel frattempo sulla rivista, e segnalate in sintesi nella prima newsletter inviata a tutti gli iscritti.
 
Una particolare sottolineatura meritano, per la loro immediata utilità per tutti gli operatori e gli studiosi del diritto penale, le notizie flash pubblicate nella sezione “Novità normative e giurisprudenziali”, in merito a recenti e importanti pronunce della Corte costituzionale e della Corte di cassazione, nonché i resoconti su alcune novelle legislative in materia di diritto e processo penale, tra cui spicca il recentissimo (ed ennesimo) “decreto sicurezza” (d.l. 12 novembre 2010, n. 187) illustrato da Luca Pistorelli.  
 
Vari provvedimenti giudiziari di merito sono stati poi pubblicati in queste tre settimane, tra cui si segnalano in particolare
 
­ – le sentenze di primo grado sui casi Abu Omar e Google, i cui giudizi di appello sono in corso di svolgimento, che sollevano entrambi questioni di enorme difficoltà su cui molto si dovrà in futuro ancora discutere;
 
– la sentenza di primo grado sul caso Corona, interessante non solo e non tanto per la celebrità dei personaggi coinvolti, quanto – dal punto di vista penalistico – perché ripropone il vecchissimo problema della definizione del concetto di ‘minaccia’ penalmente rilevante ai sensi della fattispecie di estorsione, in contesti nei quali l’agente prospetta all’interessato la propria rinuncia a pubblicare (in sé lecitamente) materiale diffamatorio o presunto tale, in cambio di un corrispettivo economico;
 
– una nuova densa ordinanza del GUP di Milano in materia di costituzione di parte civile rispetto a vari reati economici, nella quale viene nuovamente affrontata – accanto a  molti altri profili di notevole complessità – la vexata quaestio della costituzione di parte civile contro l’ente imputato ex d.lgs. 231/2001, oggetto di un articolo di Alfio Valsecchi già segnalato nel precedente editoriale e di numerose altre pronunce qui pubblicate;
 
– la sentenza della Corte d’Assise di Bari con cui è stata dichiarata la penale irrilevanza dell’invio di contractors armati in Iraq a protezione della sicurezza del personale di aziende private, nel procedimento scaturito a seguito del tragico rapimento di quattro privati cittadini italiani operanti in tale veste;
 
– una pronuncia della Corte d’Appello di Genova in materia di riparazione da ingiusta detenzione, che sviluppa in maniera originale questioni già affrontate in una precedenza dalle sezioni unite; nonché
 
– una pronuncia del Tribunale di Bolzano in materia di.... zoopornografia, con riferimento ai delitti di maltrattamento di animali e favoreggiamento della prostituzione.
 
Sul fronte dei contributi d’autore, Luca Santa Maria e Matteo Vizzardi discutono di una recente bozza di riforma del d.lgs. 231/2001 preannunziata dal ministro Alfano, formulando una serie di ulteriori proposte di modifica dell’attuale disciplina, sulle quali sarebbe assai stimolante impostare una più ampia discussione; Luca Della Ragione affronta i difficili nodi esegetici posti dalla confisca per equivalente recentemente introdotta anche per i reati tributari; Giuseppe Paone infine, in controtendenza rispetto alle eccezioni di legittimità costituzionale, sostiene la legittimità costituzionale della recente disciplina sul legittimo impedimento del Presidente del Consiglio e dei Ministri, su cui a breve si pronuncerà la Corte costituzionale in seguito alle note ordinanze di rimessione del Tribunale di Milano, già pubblicate in questa Rivista. Tesi, questa, che ha già suscitato una prima reazione critica da parte di Mitja Gialuz, che ha inviato un proprio commento in calce all’articolo.
 
Ha preso il via, altresì, la pubblicazione di brevi testi esplicativi di recenti provvedimenti giudiziari della Cassazione (si vedano le note in materia di posizione di garanzia del responsabile del servizio di prevenzione e prevenzione, di aggravante dei motivi abietti in relazione al noto caso Hina Saleem, di recidiva e misure alternative alla detenzione, di responsabilità del direttore di periodico online), rilevanti anche nell’ottica degli studenti impegnati nella preparazione del concorso per magistratura o dell’esame di avvocato; nonché di altrettanto brevi resoconti delle sentenze più significative delle Corti sovranazionali interferenti con la materia penale (come quello relativo a una importante sentenza in materia di extraordinary rendition della Corte di Strasburgo, dall’evidente assonanza rispetto al già citato caso Abu Omar).
 
Molte cose bollono in pentola per i prossimi giorni, grazie all’iniziativa di molti lettori che hanno preso sul serio il nostro invito ad inviarci loro materiali; e prossimamente saranno finalmente pubblicati nella sezione “processi in diretta”, come promesso, anche gli atti del processo Unipol, in corso presso il Tribunale di Milano.
 
 
3. Concludiamo con qualche auspicio per il futuro – affidandolo, ancora una volta, all’entusiasmo dei lettori, anche dei più giovani.
 
Questa rivista avrà realmente un futuro se saprà porsi, nel panorama delle offerte reperibili on line, come un luogo di discussione tra i molti attori del sistema penale italiano, e tra questi attori e gli studiosi di tale sistema. Ciò comporta, anzitutto, il rifiuto di qualsiasi logica ‘settoriale’ che distingua – artificiosamente – tra dimensione sostanziale, processuale e criminologica dello ius criminale. Il nostro progetto nasce da un’iniziativa di un piccolo gruppo di operatori del diritto penale e di studiosi di formazione sostanzialistica – ciò che dà ragione dell’attuale composizione del comitato scientifico –; ma è, diremmo per vocazione, aperto al contributo di tutti coloro che coltivino da ogni angolo visuale le scienze penalistiche, nonché tutti gli altri settori del sapere (giuridico e non) che abbiano una qualche interferenza con il diritto penale e la sua quotidiana applicazione nelle nostre aule giudiziarie. I magistrati e gli avvocati – destinatari ed interlocutori privilegiati delle nostre discussioni – sono del resto soliti considerare il sistema penale come un corpo unico, nel quale i profili sostanziali e processuali sono inscindibilmente connessi; e sarebbe tempo, davvero, che anche gli accademici delle due discipline cominciassero a discutere e a confrontarsi in modo assai più serrato che nel passato, anche grazie a luoghi come questa rivista.
 
Proprio nell’ottica di una particolare attenzione alle esigenze della prassi, la redazione intenderebbe nel prossimo futuro stimolare una serie di discussioni ‘mirate’ sui problemi di particolare attualità nelle nostre aule giudiziarie. Pensiamo, ad esempio, a questioni come la natura giuridica del sequestro dell’autoveicolo, che tanto affanna i nostri giudici in seguito alle modifiche al codice della strada apportate dalla legge n. 120/2010; ovvero alle molte irrisolte questioni poste dalle norme penali contenute nel testo unico in materia di immigrazione, dopo le sentenze n. 249 e 250/2010 della Corte costituzionale e alla vigilia della scadenza del termine di attuazione della direttiva 2008/115/CE (profilo, quest’ultimo, al quale è dedicata una breve scheda esplicativa di una tesi formulata, tra gli altri, da Francesco Viganò e Luca Masera, secondo i quali a partire dal prossimo Natale il giudice penale avrebbe, proprio in forza di quella direttiva, il potere-dovere di disapplicare tout court l’art. 14 co. 5-ter t.u. imm., in quanto contrastante con il diritto dell’Unione).
 
La particolare natura dello strumento informatico consente – lo abbiamo già sottolineato nel precedente editoriale – di utilizzare molti luoghi adatti a simili discussioni: le quali ben potranno essere condotte con linguaggio semplice e diretto, alieno da paludamenti accademici. Pensiamo anzitutto ai commenti in calce a ciascun singolo contributo, che potranno essere facilmente utilizzati da ciascun lettore per esprimere i propri consensi, dissensi, ricostruzioni alternative, etc.; e pensiamo, altresì, alla sezione forum, alla quale si accede mediante il pulsante sito in alto a sinistra nella home page, che già ospita una prima stanza di discussione relativa al diritto penale dell’immigrazione, e che speriamo venga in futuro sempre più estesamente utilizzata dai nostri lettori.