ISSN 2039-1676


06 ottobre 2016 |

Un sito rinnovato, l’impegno di sempre

Ripensando al lavoro febbrile dei mesi di settembre-ottobre di sei anni fa, quando progettavo con Luca Santa Maria, Gian Luigi Gatta, Guglielmo Leo, Luca Luparia e un gruppetto di allora giovanissimi collaboratori la nostra rivista online, con l’idea ancora un po’ vaga di gettare un ponte tra la riflessione teorica e la prassi applicativa del diritto penale in Italia, mi riesce inevitabile riflettere, sorridendo, sulla strada fatta sinora: con i suoi inevitabili momenti di difficoltà e di stanchezza per un impegno quotidiano sempre più assorbente, ma anche con la consapevolezza, via via più chiara, del senso di questo nostro impegno.

Un impegno, per la verità, sostenuto da un numero di lettori che è andato ogni anno crescendo, con una media di visite mensili che oggi sfiorano le duecentomila, sino a raggiungere (dalla nostra nascita a oggi) la vertiginosa cifra di otto milioni di accessi. Un impegno confortato, soprattutto, dalla constatazione che gli itinerari argomentativi nei contributi da noi pubblicati, specie nel settore cruciale della tutela dei diritti fondamentali all’interno del processo penale, hanno spesso trovato eco significativa nella nostra giurisprudenza, a partire da quando – letteralmente neonati – lanciammo una sorta di campagna contro l’incriminazione dello straniero inosservante dell’ordine di lasciare il territorio nazionale, in nome della tutela del suo diritto fondamentale alla libertà personale.

A partire da quel momento, Diritto penale contemporaneo divenne un foro largamente utilizzato da accademici e pratici del diritto per dibattere – anche in maniera accesa, come accadde a proposito della discussione su giudicato e tutela dei diritti fondamentali – sui problemi più scottanti del diritto penale italiano: dalla croce del sovraffollamento delle nostre carceri (un’emergenza oggi ridimensionata, ma non risolta), alle riforme strutturali del processo e della prescrizione che il parlamento non riesce oggi a portare a compimento.

Dopo una pausa estiva più lunga del consueto – e dopo che, nelle ultime settimane, molti nostri colleghi e amici, e innumerevoli lettori che neppure conoscevamo, ci hanno chiesto notizie sulle ragioni del nostro silenzio – ci riproponiamo con una veste grafica rinnovata, la cui messa a punto ha richiesto un bel po’ di lavoro supplementare da parte nostra, al di là delle nostre ottimistiche previsioni iniziali. I traslochi, ahimè, sono sempre faticosi.

Questo piccolo restyling – finanziato, oltre che come sempre dall’Avv. Santa Maria, dall’Università degli Studi di Milano e dal Dipartimento "C. Beccaria", anche grazie ai proventi del corso di alta formazione “Giorgio Marinucci” – ci consente da subito una più immediata e agevole fruizione anche attraverso dispositivi portatili (smartphone e tablet); e ci permetterà, nel prossimo futuro, di predisporre finalmente una app di Diritto penale contemporaneo, unitamente ad altre innovazioni in cantiere, delle quali parleremo a tempo debito.

I nostri materiali sono stati in parte riorganizzati rispetto alla logica precedente: accanto alle classificazioni ormai familiari (ultimi materiali inseriti, novità legislative – ma con una sottosezione autonoma dedicata ai progetti di legge in cantiere –, novità giurisprudenziali, osservatorio sovranazionale, papers) e alla tradizionale collocazione in base al locus normativo interessato (parte generale e parte speciale del codice penale, legislazione complementare, codice di procedura penale, etc.), abbiamo ora creato dodici aree tematiche dedicate ad altrettanti grandi temi protagonisti del dibattito attuale sulla giustizia penale: dalle riforme del processo alla tutela della salute e dell’ambiente, ai diritti fondamentali e al biodiritto, alle grandi sfide della criminalità organizzata e del terrorismo, ai rapporti sempre più complessi tra diritto e internet, alla situazione delle carceri e delle alternative extramurarie, all’immigrazione, alle questioni di genere, alla responsabilità penale delle persone giuridiche. Con una speciale sezione dedicata alla storia del diritto penale: perché i problemi del presente, con i quali Diritto penale contemporaneo programmaticamente si confronta, poggiano pur sempre sulle fondamenta del passato.

Discutere di tutti questi temi – molti dei quali, del resto, già da tempo al centro della nostra attenzione – richiederà un rinnovato impegno da parte di tutti noi, che potremo contare però sull’aiuto supplementare di almeno una decina di colleghi che si sono aggiunti al nostro comitato scientifico, cui tutti noi – e io per primo – siamo particolarmente grati.

Tra questi nuovi compagni d’avventura sono lieto di segnalare la presenza di un piccolo ma prestigioso gruppo di professori di lingua spagnola, ai quali tutti noi formuliamo il più caloroso benvenuto: con la speranza che tanto la nostra pagina quotidiana, quanto la nostra Rivista trimestrale possano presto trasformarsi – grazie all’immediatezza dello strumento informatico – in un nuovo ponte tra la cultura penalistica italiana e quella di lingua spagnola (europea e latinoamericana), alla quale ci unisce del resto una lunghissima tradizione di scambi culturali e personali, sullo sfondo di dati normativi, categorie giuridiche e riferimenti culturali in larghissima parte comuni.

Fondamentale anche in futuro resterà, peraltro, l'apporto della nostra redazione, coordinata come sempre dall’infaticabile Anna Liscidini - senza la quale questa nostra nuova edizione non avrebbe mai visto la luce -, e composta come sempre dai giovani ma già espertissimi ricercatori, dottorandi e cultori che fanno capo all’ormai nutrito gruppo di ricerca “Diritto penale contemporaneo”, creato qualche anno fa in seno al Dipartimento "C. Beccaria".

Ripartiamo, dunque, con qualche anno in più rispetto a quell’autunno del 2010, ma con rinnovato entusiasmo: affidando come sempre, con un po’ di trepidazione, i nostri sforzi e il nostro impegno al saggio giudizio dei lettori.