ISSN 2039-1676


07 febbraio 2017 |

Piccolo manifesto per un programma di idee sul diritto e il processo penale

Idee in libertà per un diverso modo di pensare il diritto penale

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo lavoro dell’Avv. Luca Santa Maria, Presidente dell’Associazione “Diritto penale contemporaneo”, editrice della nostra rivista. Come chiarito dallo stesso Avv. Santa Maria nella premessa di seguito riportata, le idee qui espresse non esprimono i punti di vista della direzione della rivista, che tuttavia è convinta di poter contribuire, anche in questo modo, a una discussione a tutto campo sui temi della giustizia penale e del ruolo della dottrina penalistica oggi, nello spirito di pluralismo culturale che ci ha sempre sinora contraddistinto.

 

Premessa dell’Autore: Con questo mio lavoro propongo al libero foro della discussione sul diritto penale alcune idee critiche maturate in anni di studio e di lavoro sul diritto e il processo penale. Non ho tenuto in alcun conto i canoni tradizionali della letteratura penalistica e ho cercato di spiegare il perché.

È naturale che in molti saranno disorientati o peggio dai contenuti che propongo (che ad una dogmatica che si prenda troppo sul serio parranno vere e proprie eresie). Vorrei, però, che nessuno si sentisse personalmente preso di mira dalla radicalità di alcune mie opinioni. Ogni riferimento a persone o eventi reali è, quindi, meramente casuale. Quel che ho scritto è un insieme di provocazioni intellettuali che avranno avuto qualche buona ragion d’essere se saranno state abbastanza forti da accendere qualche dibattito nella vasta comunità del diritto e del processo penale. In parte è già avvenuto.

La Direzione di DPC non concorda, in tutto o in parte, con quel che ho scritto. Avranno le loro buone ragioni che, spero, vorranno sottoporre quanto prima alla pubblica discussione su DPC. Ringrazio l’amico Francesco Viganò, Direttore Scientifico, per avermi concesso comunque questo spazio. Il successo della Rivista è merito suo come anche della Direzione, del Comitato Scientifico e di tutti coloro che, indefessamente, lavorano ogni giorno per DPC.

Da Editore spero che DPC continui ad essere, ed anzi possa essere con ancor maggior forza di ieri, quel che sin da principio ha cercato di essere ed è stata, cioè una fucina di idee e riflessioni anche spregiudicate sul diritto e il processo penale nel ventunesimo secolo. Ben venga il dibattito e anche la discussione, quindi, su ciascuna delle parole che ho scritto e su quelle che scriverò io e chiunque altro.

Seguiranno a questo mio lavoro introduttivo, alcuni approfondimenti su argomenti generali, come il rapporto di causalità, il concetto di pericolo, il concetto di imputabilità e di dolo, il concetto di colpa, la regola di giudizio del processo penale (B.A.R.D.) ed altri temi, che, in questo mio primo testo, sono stati appena sfiorati.

Debbo, da ultimo, un pensiero al prof. Federico Stella, che mi ha iniziato all’abitudine della critica radicale e alla ricerca appassionata della verità, come valore morale da perseguire al di là di ogni convenienza e opportunismo. Fedele al Suo insegnamento, proporrò tra breve, qualche riflessione non proprio ortodossa rispetto alla sua dottrina sul rapporto di causalità. Nessun pensiero, però, tra quelli che ho scritto e scriverò sarebbe mai nato in me senza di lui.