ISSN 2039-1676


3 maggio 2018 |

Bitcoin e riciclaggio 2.0

Contributo pubblicato nel Fascicolo 5/2018

Il contributo è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di un revisore esperto.

 

Abstract. L’emanazione del d.lgs. n. 90/2017, attuativo della Direttiva relativa alla prevenzione dell’uso del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività criminose e di finanziamento del terrorismo, denota l’avvenuta presa di coscienza da parte del legislatore nazionale circa la pericolosità dell’anonimato delle transazioni finanziarie effettuate mediante criptovaluta, di cui bitcoin risulta essere una, sebbene celeberrima, species. Tuttavia, la conclamata insufficienza della normativa in questione a fronteggiare pienamente il fenomeno, di mutevole natura ed in continua evoluzione, consegna al presente contributo l’obiettivo di analizzare la reale sussumibilità della transazione bitconiana sia nei reati di riciclaggio ed autoriciclaggio, che di finanziamento del terrorismo, e di interrogarsi sulla configurabilità del concorso del cambia valute virtuale, nuovo destinatario degli obblighi antiriciclaggio, nel reato di cui all’art. 648 ter.1 c.p. ad opera dell’utente.

 

SOMMARIO: Premessa. – 1. La potenzialità dissimulatoria di Bitcoin come fattore di rischio riciclaggio. – 2. La concreta sussumibilità del riciclaggio “via cripto” nelle fattispecie codicistiche. – 3. Il d.lgs. n. 90/2017, tra prospettive di riforma e problematiche irrisolte: la “fondamentale” attività dei cambia valute virtuale ed il loro concorso nell’autoriciclaggio altrui. – 4. Bitcoin e finanziamento del terrorismo: l’inquadramento della transazione bitconiana nell’art. 270 quinquies.1 c.p.5. Conclusioni.