ISSN 2039-1676


13 maggio 2011 |

Consiglio di Stato, Ad. Plen, 10.5.2011, n. 7 (ord.), ric. Charaf (diniego di sanatoria in conseguenza di condanna ex art. 14, comma 5 ter t.u. imm)

Alla luce della sentenza El Dridi della Corte di giustizia UE, la condanna ex art. 14 t.u. non è ostativa all'accoglimento della domanda di sanatoria per colf e badanti

Dopo essersi già pronunciata in via cautelare sulla questione con ordinanza n. 212 del 25 febbraio 2011, della quale avevamo dato a suo tempo notizia, l'Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato ha ora deciso, con la sentenza qui allegata (e con la sentenza gemella n. 8/2011), che - diversamente da quanto statuito dalla nota 'circolare Manganelli'  del 17.3.2010 nonché da alcune sentenze dei TAR e dello Consiglio di Stato - la condanna per il delitto di cui all'art. 14 co. 5 ter d.lgs. 286/98 non è ostativa all'accoglimento dell'istanza di sanatoria da parte di lavoratori extracomunitari impiegati 'in nero' ai sensi dell'art. 1 ter co. 13 lett. c) l. n. 102/2009.

A tale risultato l'Adunanza Plenaria perviene in applicazione del decisum della Corte di giustizia UE nella sentenza El Dridi del 28 aprile 2011, che come è noto ha dichiarato inapplicabile lo stesso articolo 14 co. 5 ter t.u. imm. in ragione del suo contrasto con la direttiva 115/2008/UE. Il Collegio sottolinea in proposito come il diritto comunitario sopravvenuto abbia determinato "l'abolizione del reato" in questione, con effetto retroattivo ai sensi dell'art. 2 c.p., con conseguente cessazione dell'esecuzione e dei relativi effetti penali. "Tale retroattività" - osserva l'Adunanza Plenaria - non può non riverberare i propri effetti sui provvedimenti amministrativi negativi dell'emersione del lavoro irregolare, adottati sul presupposto della condanna per un fatto che non è più previsto come reato".

La sentenza della Corte di giustizia ha, secondo l'Adunanza Plenaria, eliminato in radice la rilevanza del contrasto interpretativo in precedenza insorto, le cui coordinate erano essenziali erano state illustrate in un contributo già pubblicato su questa Rivista, al quale si rinvia.

Un'analisi più dettagliata della sentenza e dei suoi riflessi amministrativistici, cfr. www.meltingpot.org.