ISSN 2039-1676


01 febbraio 2019 |

Roberto E. Kostoris (a cura di), Handbook of European Criminal Procedure, Springer International Publishing AG, 2018

Recensione

 

1. Nell’era post-Lisbona un ruolo centrale è riconosciuto nell’Unione ai temi della giustizia penale nell’ambito dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia. In questo contesto, è innegabile l’influenza del Consiglio d’Europa, delle istituzioni dell’Unione e della giurisprudenza delle Corti europee sui sistemi di giustizia penale nazionali. La lunga e tormentata relazione tra fonti sovranazionali e regole nazionali ha determinato un intricato sistema di fonti normative, in cui le legislazioni nazionali sono state modellate dalla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo e dal diritto dell’Unione. La Convenzione europea dei diritti dell’uomo e la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea rappresentano delle fonti di valore quasi-costituzionale e il formante giurisprudenziale delle due Corti di vertice europee costituisce una componente importante anche per i contesti costituzionali nazionali.

In questo scenario, gli studi sul processo penale richiedono sempre più un approccio complessivo, capace di armonizzare regole sovranazionali, principi generali e libertà fondamentali, prestando sempre maggiore attenzione alla giurisprudenza delle Corti europee in un modo prima inimmaginabile nella maggior parte dei sistemi europei di civil law.

Alla luce di tutte queste considerazioni, non sarà mai sottolineata a sufficienza l’importanza di questo “Handbook of European Criminal Procedure”, curato dal prof. Roberto E. Kostoris, che riesce a concentrare in una trattazione, oltre che aggiornata, al contempo agile e approfondita tutti gli aspetti rilevanti della materia attraverso una prospettiva sistematica e ragionata.

Il volume rappresenta la versione inglese del ben noto “Manuale di Procedura penale europea”, pubblicato in Italia da Giuffrè, giunto alla sua terza edizione e considerato ormai un sicuro punto di riferimento in materia. Esso rappresenta il primo tentativo compiuto in Europa di realizzare un Manuale esclusivamente dedicato alle tematiche europee di carattere processuale penale. L’opera ha creato una nuova metodologia di approccio a queste problematiche attraverso una nuova via allo studio di questa materia adottando un approccio sistematico. Ora la traduzione inglese di questo volume lo rende fruibile a una platea di lettori molto più vasta.


2. Un gruppo di prestigiosi studiosi (R.E. Kostoris, A. Balsamo, A.Weyembergh, G. De Amicis, J.R. Spencer, M. Bargis, M. Daniele, E.Calvanese and P. P. Paulesu), guidati da Roberto E. Kostoris, esamina l’attuale architettura della giustizia penale europea, analizzandone in dettaglio le diverse componenti.

Un capitolo introduttivo, scritto dal curatore dell’opera prof. Kostoris, che traccia lo sviluppo della Procedura penale europea e descrive le fonti in materia nel contesto del Consiglio d’Europa e dell’Unione Europea, e la loro dimensione reticolare, assieme alle parti II, III e IV del libro fornisce una completa e dettagliata panoramica degli aspetti principali che il giurista dovrebbe conoscere per lo studio e l’applicazione della Procedura penale europea.

Una parte centrale del lavoro (capitoli 2 e 3) è poi dedicata alla protezione dei diritti fondamentali nei processi penali, così come fissati dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, anche alla luce della clausola di equivalenza tra i medesimi e i diritti tutelati dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. In questa prospettiva, particolare attenzione è dedicata al livello di armonizzazione raggiunto nell’ambito dell’Unione alla luce delle sei direttive approvate in materia tra il 2010 e il 2016. L’analisi dei diritti di imputati e indagati è completata da un’esposizione delle fonti sovranazionali che proteggono altre garanzie fondamentali non ancora fatte oggetto di specifici di atti dell’Unione, come la proibizione della tortura e di trattamenti inumani e degradanti, o il diritto alla privacy nel contesto delle intercettazioni di comunicazioni.

Uno specifico spazio è poi dedicato alle fonti attuali in materi di protezione delle vittime di reati, in cui si illustra il progressivo irrobustimento della posizione di questi soggetti a livello eurounitario, che è culminato con l’adozione dell’ordine di protezione europeo (Direttiva 2011/99/UE) e della Direttiva 2012/29/UE, così come di altri atti normativi di diritto derivato con applicazione settoriale.

Tutte queste fonti sono analizzate nel Manuale fornendo al lettore una prospettiva sintetica, ma allo stesso tempo critica, ponendo anche in relazione queste salvaguardie processuali con la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, aiutando il lettore a comprendere i differenti livelli di tutela garantiti dalla Corte di Giustizia e dal legislatore dell’Unione rispetto a quelli garantiti dalla Corte di Strasburgo.

La terza parte del Manuale è dedicata ai modelli di cooperazione all’interno dell’Unione sia nella loro dimensione verticale sia nella loro dimensione orizzontale, e al loro ruolo cruciale nello sviluppo della giustizia penale europea. In questo contesto, sono analizzate sia la cooperazione di polizia (Euopol) sia giudiziaria (Eurojust), così come il peculiare ruolo giocato dall’Ufficio europeo antifrode (Olaf). Viene anche analizzata la nuova normativa che istituisce la figura del Pubblico ministero europeo.

Nella parte quarta, nei capitoli da 7 a 9, viene analizzato in dettaglio l’impatto del principio del mutuo riconoscimento nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia, con uno speciale focus sulla applicazione di questo strumento alle persone (attraverso il mandato d’arresto europeo) e alle prove (attraverso l’ordine europeo di indagine). Con riguardo a quest’ultimo profilo vengono anche analizzati aspetti particolarmente delicati come il regime della prova del DNA e della prova digitale, tenendo conto delle fonti sopranazionali in materia, come la Convezione di Prüm e la Convenzione di Budapest.

Infine, viene anche esaminato il principio del ne bis in idem (Capitolo 10) alla luce delle persistenti lacune che riguardano la scelta della giurisdizione. I capitoli finali completano questo vasto affresco ricostruttivo della Procedura penale europea analizzando i problemi dell’esecuzione delle decisioni giudiziarie (Capitolo 11) e le decisioni di confisca (Capitolo 12).

 

3. Oltre alla sua completezza, una delle forze di questo Manuale è data dal modo attraverso il quale gli autori trattano i temi esaminati: adottando una prospettiva squisitamente processuale, che difficilmente si trova in opere simili, essi riescono a evidenziare tutti i più importanti aspetti problematici che possono sorgere nell’ambito della giustizia penale, con una particolare attenzione alla posizione e ai diritti dell’imputato.

In questo modo, gli autori sono in grado di fornire ai lettori che per la prima volta si accostano alla Procedura penale europea un quadro esaustivo, dettagliato e al tempo stesso facilmente comprensibile dei principi, delle fonti e della giurisprudenza in questo campo, attraverso un’analisi prospettica di tutte le fonti, comprese quelle appartenenti ad ordinamenti diversi.

Benché l’analisi sia focalizzata soprattutto sul diritto e sulla giurisprudenza europei, non mancano riferimenti alle implementazioni nazionali laddove siano di particolare rilievo.

Conclude ogni capitolo una apprezzabile sezione bibliografica, che facilita i lettori che desiderino approfondire i temi trattati rendendo così questo Manuale un prezioso strumento sia per gli studenti che abbiano un primo approccio alla materia, sia per i pratici che desiderino trovare velocemente precise indicazioni per comprendere la quotidiana influenza delle fonti europee nel contesto delle procedure penali internazionali e nella costruzione dei diritti fondamentali.