ISSN 2039-1676


01 ottobre 2019 |

Commiato ai lettori: comunicato del direttore scientifico

Cari lettori, cari amici, cari colleghi,

la decisione di sospendere temporaneamente le pubblicazioni di DPC è stata assunta, nella mia veste di Direttore responsabile della Rivista e di Direttore scientifico dell’Associazione che ne è l’editrice, a fronte delle radicali critiche mosse nei confronti della Rivista dall’Avv. Luca Santa Maria, Presidente dell’Associazione stessa, con toni e modi che reputo inaccettabili, in un editoriale intitolato, in modo evocativo, Requiem per DPC?”.

Lungi dall’essere “arbitraria” o “illegittima”, quella decisione è stata presa in attesa di un necessario chiarimento in seno all’Associazione sulla linea editoriale, non essendo a mio avviso concepibile proseguire un’iniziativa con chi ritiene in sostanza che la stessa abbia rappresentato addirittura un fallimento culturale. Ho avvertito la responsabilità di una simile decisione per il rispetto che ho verso me stesso e verso quanti, nel corso di questi nove anni, hanno lavorato in modo instancabile a Diritto Penale Contemporaneo, decretandone un successo ampiamente riconosciuto.

Ho però preso atto, leggendo un altro editoriale pubblicato domenica 29 settembre dall’Avv. Santa Maria, questa volta intitolato “DPC è online” (evidentemente ancora vivo, dopo il requiem), che sono stati contestualmente pubblicati sulla Rivista, senza la mia autorizzazione, una serie di contributi, per lo più tratti dalla rivista Diritto penale e Uomo (edita dallo Studio Luca Santa Maria e Associati). Il materiale pubblicato dall’avv. Santa Maria non è stato da me vagliato in veste di direttore scientifico e di direttore responsabile, qualifiche che ancora possiedo non essendo intervenuta una formale revoca da parte dell’editore, che non è una persona fisica bensì l’Associazione Diritto Penale Contemporaneo, nella quale sono associato al pari dell’Avv. Santa Maria.

Ciò che è accaduto equivale a una mia estromissione de facto dalla direzione della Rivista: incarico al quale corrisponde anche una responsabilità giuridica, oltre che scientifica, per i contenuti delle pubblicazioni.

Tale estromissione è del tutto illegittima, in assenza di una corrispondente delibera assembleare.

Ritenendo tuttavia che non residuino allo stato ulteriori margini di collaborazione con l’Avv. Santa Maria, anche in ragione dell’inconciliabile diversità di vedute sulla missione di questa Rivista, ho maturato in questi giorni la duplice, sofferta, decisione di rassegnare le dimissioni dalle cariche di Direttore scientifico in seno all’associazione e di Direttore responsabile della Rivista, dimissioni che formalizzerò oggi stesso all’Associazione unitamente ai vice direttori, Guglielmo Leo e Luca Luparia; e di dedicare in futuro le mie energie di professore di diritto penale al progetto di una nuova rivista on line, che porti avanti il dibattito, scientifico e culturale, cui mi dedico da anni. Mi congedo dunque mio malgrado dalle pagine di questa Rivista, che ho contribuito sin dal 2010 a ideare e animare (dall’inizio, come vice direttore; dal marzo del 2018 come direttore responsabile) assieme a compagni di viaggio con i quali è stato un privilegio lavorare e dai quali molto ho imparato. Il mio personale auspicio è che Diritto Penale Contemporaneo mantenga i livelli di rigore scientifico, indipendenza e pluralismo che hanno contraddistinto la sua prima stagione di vita, e che l’enorme mole dei contributi pubblicati possa restare liberamente accessibile ai lettori negli anni a venire.

Grazie a tutti, compresi in particolare quelli che mi hanno espresso solidarietà, in pubblico o in privato; e grazie soprattutto ai più giovani, che in questi giorni mi è parso di vedere un po’ disorientati, allibiti e finanche commossi, come non nascondo di essere io.

Ancora una volta, un piccolo, ultimo, commiato.