ISSN 2039-1676


08 luglio 2015 |

Prime considerazioni sul proscioglimento per particolare tenuità del fatto

Il contributo è ora pubblicato nel n. 2/2015 della nostra Rivista trimestrale. Clicca qui per accedervi.

 

Abstract. Gli artt. 1-5 del d.lgs. 16 marzo 2015, n. 28 hanno dato attuazione alla direttiva di legge delega contenuta nell'art. 1 comma 1 lett. m della legge 28 aprile 2014, n. 67, che invitava il governo a «esclu­dere la punibilità di condotte sanzionate con la sola pena pecuniaria o con pene detentive non superiori nel massimo a cinque anni, quando risulti la particolare tenuità dell'offesa e la non abi­tua­lità del comportamento». Nel presente contributo, la riforma viene analizzata nei suoi numerosi aspetti problematici: proiezione funzionale dell'istituto, natura giuridica, presupposti applicativi, risvolti processuali, rapporti con l'azione civile di risarcimento del danno.  

 

SOMMARIO: 1. Aspettative deluse. - 2. Le finalità della riforma. - 3. Gli "indici-criteri" della tenuità del fatto e gli "indici-requisiti" della tenuità dell'offesa. - 3.1 Modalità della condotta e grado della colpevolezza. - 3.2. La soglia rilevante dell'offesa. - 4. I limiti edittali e il computo delle circostanze. - 4.1. L'ancoraggio dei limiti edittali ai massimi di pena. - 4.2. Il divieto di bilanciamento delle circostanze. - 4.3. La tenuità come fattore di mitigazione della pena. - 5. La non abitualità del comportamento. - 5.1. La nozione di non abitualità. - 5.2. Non abitualità, occasionalità e rilevanza del precedente. - 6. La tenuità del fatto tra non punibilità e improcedibilità. - 6.1. Archiviazioni e proscioglimenti per tenuità. - 6.2. L'archiviazione "garantita". - 6.3. Questioni procedurali. - 6.4. Proscioglimento per tenuità e giudizi di danno. - 7. Una raccomandazione trascurata.