12 dicembre 2012
La Curia arcivescovile può essere citata in qualità di responsabile civile in un giudizio per reati sessuali commessi dal parroco abusando del proprio ufficio
Tribunale di Lecce, sez. I pen., ord. 8 ottobre 2012, Est. Sernia
PROCESSO PENALE - SOGGETTI - RESPONSABILE CIVILE - Curia arcivescovile - Citazione quale responsabile per reati sessuali commessi dal parroco abusando del proprio ufficio - Presupposti - Sussistenza - Istanza di esclusione - Rigetto.
Sussiste la legittimazione passiva della Curia arcivescovile, quale responsabile civile, nel procedimento per reati sessuali ascritti ad un parroco con l'accusa d'avere abusato del proprio ufficio al fine di commetterli. Tale legittimazione si fonda sulla previsione dell'art. 2049 c.c., che chiama il committente a rispondere dei danni provocati dal fatto illecito del suo preposto, dovendosi per un verso ritenere che la norma non richieda l'esistenza di un rapporto di lavoro in senso proprio tra i soggetti interessati, e per altro verso considerare che, secondo le prescrizioni del diritto canonico, il parroco è scelto dal vescovo, anche valutandone l'onestà e l'idoneità a prendersi cura delle anime, e che lo stesso vescovo può rimuovere il sacerdote rivelatosi inidoneo e finanche sopprimere la parrocchia a lui affidata (Nella fattispecie, sulla base del principio indicato, è stata respinta la richiesta di esclusione formulata dal responsabile civile a norma dell'art. 86 c.p.p.).
Rif. normativi: artt. 83 segg. c.p.p.
art. 2049 c.c.