ISSN 2039-1676


28 settembre 2015 |

The Role of the Courts of Appeal in the Changing World

The experience of the Court of Appeal of Milan in civil procedures

Riceviamo dal Presidente della Corte d'Appello di Milano Giovanni Canzio, e volentieri pubblichiamo, il testo della relazione presentata dalla dott. Francesca Fiecconi in rappresentanza della Corte d'appello di Milano alla Conferenza dei presidenti delle corti d'appello svoltosi in Finlandia lo scorso 18 settembre 2015. La relazione è incentrata sulla situazione della giustizia civile, ma tocca temi - quali la possibilità di motivazione succinta e di filtri di ammissibilità nel giudizio di appello - di grande delicatezza e attualità anche nel dibattito che interessa oggi la giustizia penale.


Questa relazione è stata resa alla quarta conferenza europea dei presidenti delle Corti di appello che si è tenuta a Turku, Finlandia, il 18 settembre 2015, avente per oggetto "il ruolo delle Corti di appello in un mondo in cambiamento", in rappresentanza della Corte di appello di Milano chiamata a dare il suo contributo alla discussione unitamente alle Corti d'appello di Francia, Finlandia e Norvegia. L'analisi si sofferma sui risultati ottenuti in sede civile dalla Corte di appello di Milano nell'ultimo lustro, proprio perché in questo campo si è reso possibile trarre le prime conclusioni sull'impatto delle recenti riforme delle leggi processuali, mirate a dare maggiore discrezionalità ai giudici nella scelta delle decisioni di primo grado che meritano migliore analisi o  revisione e a consentire loro  l'utilizzo di nuove forme  di organizzazione interna del lavoro.

In particolare l'analisi dei dati e dei risultati raggiunti, i quali nell'ultimo anno hanno dimostrato un incremento di capacità lavorativa di oltre il 27%, in linea con un andamento in ascesa iniziato all'inizio del 2010, dimostra come un'oculata distribuzione delle risorse umane e un'immediata utilizzazione degli strumenti di organizzazione offerti dal processo telematico, già avviato dal 2012 per il primo grado di giudizio, ma utilizzato da tempo in via sperimentale anche in sede di appello, abbiano consentito alla Corte d'appello di lavorare meglio non solo a livello quantitativo e qualitativo, ma anche di rafforzare la fiducia generale nella giustizia, in termini di affidamento dei cittadini italiani ed europei ai suoi tempi e di stabilità e prevedibilità delle decisioni.

L'analisi si sofferma soprattutto sui risultati ottenuti per mezzo delle nuove leggi processuali che hanno consentito ai giudici delle Corti di adottare schemi semplificati di motivazione (2010) e il c.d. filtro di ammissibilità (2012) con riguardo al merito dell'appello. Quanto a quest'ultimo strumento, si rileva che il sistema del filtro, oramai consolidatosi nei più evoluti sistemi giudiziari europei, consente al giudice di organizzare al meglio l' agenda del processo ed evita nel suo complesso l'ingresso di appelli che prima facie si presentano infondati o non meritevoli di ulteriore analisi e valutazione. E' dimostrato che tale strumento permette ai giudici delle Corti di dedicarsi ai casi più difficili e complessi che richiedono maggiore analisi e studio, oltre ai casi in cui la decisione non appaia corretta in punto di  fatto e o di diritto; inoltre, il filtro introdotto per  i procedimenti instaurati dopo il 2012 ha avuto l'indubbio vantaggio di consentire sia il mantenimento di un alto livello qualitativo delle decisioni, sia una notevole riduzione dell'arretrato per quanto riguarda i procedimenti anteriori in attesa di decisione. La norma sul filtro, inoltre, non appare essere in contrasto con la Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo, perché in ogni caso il nostro ordinamento prevede il ricorso alla Corte Suprema in ultima istanza anche per i procedimenti "filtrati". La norma che permette una motivazione succinta, inoltre, risulta utile nel caso in cui le decisioni di primo grado necessitino di piccole correzioni o aggiustamenti, come accade per buona parte dei casi.

Tutto quanto sopra ha permesso alla Corte d'appello di Milano di raggiungere un tasso di stabilità delle decisioni di oltre il 98% nel suo complesso,  rafforzando il tasso di fiducia nell'ordinamento.

Non si può comunque sottacere come i risultati raggiunti si debbano necessariamente confrontare col fatto che le azioni intraprese hanno incontrato il favore degli ordini degli avvocati e della maggioranza dei suoi rappresentati e che la collaborazione di questi ultimi sia stato il primo presupposto per consentire un efficace avvio delle riforme legislative riguardanti il processo telematico e l'organizzazione dell'ufficio del processo con l'apporto dei laureati tirocinanti che ne fanno parte. Tale collaborazione si è creata progressivamente anche attraverso la formazione continua che, a livello distrettuale, è stata organizzata dalla struttura territoriale della Scuola Superiore della Magistratura e della Scuola Nazionale Forense ove i temi affrontati spesso riguardano l'organizzazione del lavoro e la migliore distribuzione delle risorse, oltre che le questioni giuridiche più attuali. Solo formandosi insieme, magistrati e avvocati riescono a sentirsi parti attive dell'obiettivo comune di migliorare  i tempi della giustizia e la qualità del servizio offerto ai cittadini. Non è un caso che la negoziazione assistita, da ultimo introdotta dal legislatore come forma alternativa di soluzione delle liti, pare avere maggiore margine di successo della mediazione proprio perché coinvolge e responsabilizza la classe forense.  

All'interno di questo virtuoso circuito di strumenti ed energie umane, la Corte d'appello gioca un ruolo fondamentale, a livello territoriale, per coordinare e incentivare un armonioso e affidabile sistema di giustizia anche a livello europeo.

Alle stesse conclusioni sono giunte le Corti d'appello di Poitiers, Francia, la Corte d'appello della Norvegia e l'attuale Presidente della Corte costituzionale della Finlandia. Nei tempi attuali e futuri, un armonioso ed efficiente sistema di giustizia, all'interno dell'Unione europea,  deve prevedere la creazione di  corti di secondo grado ben distribuite territorialmente, munite di un valido ed efficace sistema di filtri (per valore della causa o per tipo di questioni da trattare , come nel sistema italiano), non potendosi esse più permettere il lusso di dare ingresso alla revisione piena di tutte le decisioni di primo grado. Solo questo nuovo assetto, pertanto, potrà permettere un rafforzamento del tasso di affidabilità delle decisioni che si raggiunge anche formando una classe forense  pronta a condividere questi  obiettivi. (Francesca Fiecconi)