ISSN 2039-1676


12 ottobre 2016 |

Divagazioni sulle "dimensioni parallele" della responsabilità penale, tra ansie di giustizia, spinte moralistiche e colpevolezza normativa

Contributo pubblicato nella Rivista Trimestrale 2/2017

Abstract. Il contributo prende spunto dalla discussione sorta attorno alla requisitoria in Cassazione del processo Eternit, per riflettere sulla inclinazione del diritto penale – pur regno della legalità e delle garanzie – a impiegare parametri morali di giudizio e su come tale inclinazione sia stata nel tempo assecondata, se non incoraggiata, dalla concezione normativa della colpevolezza. Vengono indicati alcuni temi dibattuti, nell’ambito dei quali l’affermazione della responsabilità corre lungo i binari di una sorta di “dimensione parallela” rispetto a quella strettamente riferibile al tipo di legame psichico tra autore e fatto commesso, in cui la ricerca comunque di un rimprovero del reo assottiglia la distinzione tra dolo e colpa. La conclusione non chiude ai nuovi orizzonti di un diritto penale affrancato dalla mitologia dei principi, ma richiama alla moralità stessa insita nel rispetto delle garanzie e dell’eguaglianza dei consociati, nota identitaria della materia

 

SOMMARIO: 1. Diritto e giustizia in tribunale: separazione o attrazione? – 2. Giustizia del risultato e interpretazione della legge. – 3. Moralità e moralismo penale: l’accreditarsi delle dimensioni parallele. – 4. Moralismo, colpevolezza normativa, motivabilità. – 5. Torsioni e distorsioni della colpevolezza. – 5.1. Il caso delle condizioni intrinseche di punibilità. – 5.2. Il caso delle scriminanti putative. – 5.3. Il caso del dolo eventuale. – 6. Legge e dimensione parallela.6.1. Il caso della colpa medica. – 6.2. La non punibilità per fatto tenue. – 6.3. La responsabilità dell’ente per il reato commesso dall’apicale o dal sottoposto nel suo interesse o a suo vantaggio. – 7. Il populismo e i nuovi “semplicisti” del diritto penale.