ISSN 2039-1676


17 ottobre 2011 |

Alimentare la fiducia in una giustizia europea: una nuova dimensione per la formazione giudiziaria europea

Comunicazione della Commissione europea del 13.9.2011 (un programma ambizioso propone la formazione, entro il 2020, di metà  degli operatori giudiziari)

Il trattato di Lisbona – agli artt. 81 e 82 TFUE – conferisce all'Unione europea la competenza per il "sostegno alla formazione dei magistrati e degli operatori giudiziari" su argomenti relativi alla cooperazione giudiziaria in materia civile e penale.
 
Il 13 settembre 2011 la Commissione europea ha presentato ai suoi interlocutori istituzionali – Parlamento EU, Consiglio, Comitato economico e sociale e Comitato delle regioni – l'allegata Comunicazione sulla formazione giudiziaria europea, documento che sancisce come obiettivo, in linea con il programma di Stoccolma del 2010, la formazione di metà degli operatori del diritto dell’Unione. Il presente programma si inserisce in una più ampia azione dell’Unione del Parlamento e del Consiglio per lo sviluppo di una cultura giudiziaria europea.
 
Partendo dalla consapevolezza che il diritto dell’Unione non è un diritto speciale applicato esclusivamente dalla Corte di Giustizia, ma al contrario permea le norme nazionali e le completa in applicazione del principio di sussidiarietà, è quindi fondamentale che il giudice ordinario, così come l'avvocato, lo conosca e lo possa conseguentemente applicare anche nelle controversie puramente interne. Secondo la struttura delineata dai Trattati, il giudice comune è quindi chiamato a garantire la tutela giurisdizionale in conformità con quanto previsto dalle norme di diritto europeo. Considerando, inoltre, il ruolo essenziale del mutuo riconoscimento in ambito di cooperazione penale, la scelta della Commissione di investire risorse europee sulla formazione degli operatori nazionali pare evidente. Infatti, l'evoluzione del diritto dell'Unione deve essere necessariamente accompagnata da un’efficace implementazione, che garantisca la certezza del diritto e l'interpretazione uniforme.
 
Pur comprendendo gli sforzi della Commissione e apprezzando la struttura della comunicazione che indica come priorità la formazione di giudici e procuratori, ci si interroga sulla fattibilità della realizzazione dell’obiettivo del programma di formazione, forse particolarmente ambizioso, specialmente considerato che dati statistici del 2011 mostrano che il 51% dei giudici e dei procuratori non ha mai partecipato a una formazione giudiziaria sul diritto dell'Unione o di un altro Stato membro. Se infatti, si considera che gli operatori giudiziari identificati dalla Commissione sono non solo giudici e procuratori, ma anche avvocati, ufficiali giudiziari e notai, il numero complessivo dei soggetti che dovrebbero essere formati eccede i 700 mila in 27 Stati membri.
 
Si rileva infine che per permettere una conoscenza pratica degli strumenti giuridici dell’Unione, la Commissione provvederà a sostenere finanziariamente programmi di formazione organizzati dagli enti locali così come dalle agenzie di formazione (per esempio EIPA).