ISSN 2039-1676


07 luglio 2017 |

Caso Contrada: la Cassazione revoca la sentenza di condanna per concorso esterno in associazione mafiosa

Cass. pen., u.d. 6 luglio 2017, ric. Contrada

Segnaliamo ai nostri lettori, per la rilevanza della decisione, che la prima sezione della Suprema Corte di cassazione, all’esito della pubblica udienza del 6 luglio 2017, ha dichiarato “ineseguibile e improduttiva di effetti penali la sentenza emessa nei confronti di Contrada Bruno dalla Corte di appello di Palermo in data 25/02/2006, irrevocabile in data 10/05/2007”.

La Suprema Corte accoglie così il ricorso proposto dal difensore di Bruno Contrada, annullando senza rinvio la precedente ordinanza con cui la Corte di appello di Palermo aveva dichiarato inammissibile la richiesta di revoca ex art. 673 c.p.p. della condanna contro di lui pronunciata per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa (per un primo commento alla citata ordinanza si può rimandare a S. Bernardi, Continuano i ''tormenti'' dei giudici italiani sul caso Contrada: la Corte d’appello di Palermo dichiara inammissibile l’incidente d’esecuzione proposto in attuazione del ''giudicato europeo'', in questa Rivista, 24 gennaio 2017).

La decisione della Cassazione, già definitiva, costituisce il capitolo conclusivo della tormentata vicenda giudiziale sorta a seguito dell’ormai nota pronuncia Contrada c. Italia, con cui la Corte europea dei diritti dell’uomo, lo scorso 14 aprile 2015, ha condannato l’Italia per violazione dell’art. 7 CEDU, in quanto ha riconosciuto che la condanna subita da Bruno Contrada (e da lui ormai già interamente scontata) riguardava un reato che, al tempo delle condotte a lui ascritte, non era sufficientemente chiaro e prevedibile.

Pubblicheremo la motivazione della sentenza della Suprema Corte immediatamente dopo il relativo deposito.