ISSN 2039-1676


26 marzo 2012 |

Derecho a no autoincriminarse y "Miranda Warnings": una nueva sentencia de la Corte Suprema americana (Howes v. Fields)

Comentario a la sentencia de la Corte Suprema de los Estados Unidos en el caso Howes v. Fields, 21 febrero 2012 (ABSTRACT IN ITALIANO)

ABSTRACT: La nota analizza la sentenza del 21 febbraio scorso con cui la Corte Suprema degli Stati Uniti ha negato che la polizia abbia il dovere di formulare ad un detenuto interrogato in carcere su fatti diversi da quelli per i quali sta scontando la pena gli avvertimenti imposti dalla celeberrima sentenza Miranda v. Arizona del 1966 (i c.d. Miranda Warnings), relativi in particolare al diritto di non rispondere da parte dell'interrogato, alla possibilità che tutte le sue affermazioni siano usate contro di lui, al suo diritto all'assistenza da parte di un avvocato e alla possibilità di accedere alla difesa d'ufficio.

Questa nuova sentenza - nella quale si registra il voto dissenziente dei giudici "liberal" Ginzburg, Breyer e Sotomayor - si inserisce in un filone di pronunce che mirano a ridimensionare la portata di Miranda, che come è noto aveva imposto gli omonimi warnings in chiave 'profilattica', al fine di ridurre nei confronti di soggetti arrestati il rischio di confessioni coartate da parte della polizia, in violazione del diritto di non autoincriminarsi sancito dalla Costituzione federale.

La maggioranza della Corte argomenta qui sulla base della pretesa assenza, in capo ad un soggetto già detenuto per altra causa, di una soggezione psicologica significativa nei confronti di agenti di polizia che lo interroghino su di un fatto dal quale potrebbe scaturire una sua ulteriore responsabilità penale: argomento, questo, sottoposto a serrata critica dai giudici dissenzienti, dietro al quale peraltro si cela la vera ratio della decisione, espressa dalla convinzione della maggioranza secondo cui "le dichiarazioni volontarie [id est: la confessione dell'indagato] sono essenziali non solo ai fini dell'esercizio dell'azione penale, ma più in generale rispetto al cogente interesse sociale a individuare, condannare e sanzionare coloro che violino la legge".

Simili affermazioni legittimano, ad avviso dell'Autore, più di un dubbio circa la sbandierata natura accusatoria del sistema penale nordamericano, che - nella pratica quotidiana delle agenzie di law enforcement - appare tutto teso alla ricerca della confessione del reo quale elemento cruciale per il prosecution case, secondo il più classico dei paradigmi inquisitori (a cura di Francesco Viganò).

 

RESUMEN:  1. Introducción. - 2. Antecedentes procesales del caso. - 3. Los hechos del caso. - 4. Pregunta a la Corte Suprema de los Estados Unidos. - 5. La decisión de la Corte Suprema de los Estados Unidos. - 6. El voto de Justice Ginsburg. - 7. Algunos comentarios a la sentencia.

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