ISSN 2039-1676


11 aprile 2012 |

In tema di ordinanze sindacali contingibili e urgenti e di inosservanza dei provvedimenti dell'Autorità  (art. 650 c.p.)

Cass. pen., sez. I, 8.2.2012 (dep. 8.3.2012), n. 9157, Pres. Chieffi, Rel. Cassano  

Con la sentenza che può leggersi in allegato, la Cassazione, pronunciandosi in materia di sindacato del giudice penale sul provvedimento amministrativo illegittimo, in relazione alla contravvenzione di cui all'art 650 c.p. ('Inosservanza dei provvedimenti dell'autorità'), ha ribadito che "in presenza di norme penali che sanzionano l'inottemperanza a un ordine della pubblica amministrazione, il giudice penale deve verificare la legittimità del provvedimento amministrativo presupposto del reato, sia sotto il profilo sostanziale, sia sotto quello formale, con riferimento a tutti e tre i vizi tipici che possono determinare l'illegittimità degli atti amministrativi, e cioè violazione di legge, incompetenza, eccesso di potere".

Nel caso di specie, l'imputato, proprietario di un fondo incolto nel quale erano presenti rovi e arbusti, con conseguente disagio per gli immobili confinanti,  era stato condannato in primo grado per il reato di cui all'art. 650 c.p. per non aver ottemperato all'ordinanza del Sindaco del Comune di residenza, emessa ai sensi dell'art. 54 d.lgs. 18 agosto 2000, n. 267, che lo obbligava a intervenire sul fondo per ragioni di igiene (tutela della salute pubblica e privata).

Contro la sentenza di condanna l'imputato ricorreva in Cassazione, denunciando l'erronea applicazione della legge penale, con riferimento alla denunciata illegittimità dell'ordine della P.A.

La Suprema Corte ha ritenuto fondato il ricorso, e ha annullato senza rinvio la sentenza impugnata, perché "il fatto non sussiste". Il giudice di primo grado, infatti, ha omesso di rilevare l'illegittimità dell'ordine inosservato, evidente, secondo la S.C., in ragione della mancanza di "qualsiasi obiettiva indicazione delle ragioni di igiene, poste a tutela della collettività e non di singoli soggetti interessati quali, nel caso di specie, i confinanti".

La Cassazione ricorda come ai fini della configurabilità del reato di cui all'art. 650 c.p. è necessario accertare che il 'provvedimento corrisponda effettivamente alla funzione legale tipica assegnatagli dall'ordinamento' e, in particolare, che: a) l'inosservanza riguardi un ordine specifico emanato dall'Autorità per ragioni di sicurezza o di ordine pubblico, o di igiene o di giustizia; b) il provvedimento sia adottato nell'interesse della collettività. Nel caso di specie a venire in rilievo è un'ordinanza "contingibile ed urgente" che, come è noto, ai sensi dell'art. 54 d.lgs. 18 agosto 2000 n. 267, il sindaco può emanare esclusivamente in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica o a tutela dell'ambiente, con specifici presupposti in relazione all'eccezionalità dei fatti e all'urgenza. E si tratta, come si è detto, di un'ordinanza nel caso di specie illegittima, perché emanata in assenza di indicazioni circa le ragioni di igiene a tutela della collettività, cioè in assenza dei relativi presupposti. "L'illegalità dell'ordine, costituente il presupposto del reato" - conclude la S.C. - "si riflette sulla configurabilità dello stesso", escludendola.