ISSN 2039-1676


15 luglio 2011 |

Principali sviluppi in materia di diritti fondamentali. Prima relazione annuale della Commissione europea

Un chiarimento opportuno quanto all'ambito di applicazione della carta dei diritti fondamentali dell'unione europea e alle priorità  di tutela

L’entrata in vigore del Trattato di Lisbona (il 1° dicembre 2009), che attribuisce natura giuridica vincolante alla Carta dei diritti fondamentali, costituisce il punto di arrivo di un percorso iniziato alcuni decenni orsono dalla Corte di Giustizia.
 
E’ noto infatti che la Corte ha sancito l’obbligo di rispetto dei diritti fondamentali attraverso il riconoscimento della vincolatività dei principi generali costituiti dai “principi derivanti dalle tradizioni costituzionali comuni agli Stati membri” così come individuati dalla giurisprudenza della Corte stessa. Oggi, tuttavia, l’articolo 6 Trattato UE, sancendo espressamente il carattere vincolante della Carta e la possibile adesione dell’Unione alle Convenzione Europea per i diritti dell’uomo, riunisce in uno strumento unico e coerente i diritti fondamentali e la base giuridica per la loro protezione. Al fine di garantire che i cittadini possano beneficiare di una piena e corretta applicazione della Carta, la Commissione europea, custode dei Trattati, ha sviluppato una strategia di cui il documento in allegato costituisce la prima relazione annuale per fare il punto sui progressi compiuti nei settori di competenza dell'Unione.
 
Si evidenzia il chiarimento della Commissione per quanto concerne l’ambito di applicazione della Carta: essa si applica agli atti di tutte le istituzioni e di tutti gli organi dell'UE nonché agli Stati membri limitatamente all’attuazione del diritto dell'UE. Rimangono pertanto escluse le situazioni e gli atti normativi puramente interni nei quali i diritti fondamentali sono garantiti a livello nazionale dalle previsioni costituzionali degli Stati membri. Lo strumento della Carta non sostituisce quindi la tutela interna, bensì ne costituisce un completamento. Il rispetto dei diritti fondamentali è garantito dai giudici nazionali, dagli organi competenti ad hoc designati dalle autorità nazionali – per esempio il mediatore – ed in ultima istanza, dopo aver esperito tutti i mezzi di ricorso interno, dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo.
 
Nell’ambito della tutela dei diritti fondamentali le richieste dei cittadini e l’attività del Parlamento Europeo nel 2010 ha interessato principalmente la protezione dei dati (articolo 8 Carta), l'accesso alla giustizia (articolo 47 Carta), l'integrazione dei Rom e la promozione dell'uguaglianza (articolo 2 Trattato UE e articolo 21 Carta).
 
La futura azione della Commissione dovrà quindi tenere conto delle priorità evidenziate e effettuare proposte legislative in tal senso. Per esempio, per quanto attiene al diritto di accesso alla giustizia sono già state adottate norme minime sul diritto all’interpretazione e alla traduzione nei procedimenti penali – direttiva 2010/64/UE, mentre norme sull’informazione dei diritti sono già state proposte dalla Commissione. E’ inoltre previsto che nel corso del 2011 verrà analizzato un pacchetto di misure a sostegno dei diritti, della protezione e dell'assistenza delle vittime di reato durante l'intero procedimento giudiziario. Infine, per quanto concerne l’integrazione dei Rom oltre alla già esistente direttiva 2004/38/CE relativa al diritto dei cittadini dell’Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri, la Commissione ha proposto l’adozione di un quadro dell’Unione per coordinare le strategie nazionali di integrazione.