ISSN 2039-1676


28 gennaio 2013

La relazione del Ministero sull'amministrazione della giustizia 2012

Segnaliamo ai lettori che dal sito del Ministero della giustizia sono scaricabili la relazione del Ministro Severino e la relativa nota di sintesi (clicca qui per accedere ai link).

Tra i numerosi profili di interesse della relazione, ci limitiamo qui a segnalare:

- la sezione dedicata alle principali innovazioni legislative del 2012 rilevanti in materia penale o che comunque interessano il penalista (pp. 43-56). Tra esse meritano speciale menzione il d.l. 1/2012, conv. in l. 27/2012, che ha riformato le tariffe professionali e la disciplina del tirocinio professionale; la l. 9/2012 contenente misure contro il sovraffollamento carcerario; la l. 12/2012 in materia di contrasto alla criminalità informatica; il d.l. 83/2012, conv. in l. 134/2012, che ha introdotto un meccanismo di filtro nell'appello civile da molte autorevoli voci indicato ormai come modello anche per una sua futura importazione nel processo penale, e che ha altresì riformato significativamente il meccanismo risarcitorio per irragionevole durata del processo di cui alla legge Pinto; il d.P.R. 136/2012 e il relativo decreto attuativo del Ministro della giustizia che introducono la Carta dei diritti e dei doveri del detenuto e dell'internato; il d.lgs. 137/2012 sulla riforma degli ordinamenti e del tirocinio professionali; il d.lgs. 155/2012 in materia di riorganizzazione della geografia giudiziaria; la l. 172/2012 di ratifica ed esecuzione della Convenzione di Lanzarote in materia di protezione dei minori contro lo sfruttamento e l'abuso sessuale; la l. 190/2012 in materia di prevenzione e repressione della corruzione;

- la sezione dedicata alle attività di cooperazione giudiziaria internazionale e alle relative criticità, dalle quali emergono dati interessanti relativi alle procedure di estradizione, di assistenza giudiziaria, di mandato d'arresto europeo (pp. 117-121);

- la sezione dedicata al contenzioso in materia di legge Pinto, ove si segnala tra l'altro che ad ottobre 2012 il debito ancora da pagare in forza delle pronunce delle autorità giudiziaria ammontava all'impressionante cifra di 330 milioni di euro, con un forte accumulo di arretrato a causa della limitatezza del capitolo di bilancio relativo, con ulteriore contenzioso conseguente al ritardo nei pagamenti (pp. 125-126);

- la sezione dedicata al contenzioso avanti alla Corte EDU, con l'indicazione analitica di tutte le sentenze e le decisioni rese nei confronti dell'Italia nel 2012 (28 condanne, 3 sentenze che dichiarano la non violazione, 22 decisioni determinative dell'equa soddisfazione conseguenti alla sentenza principale, 28 provvedimenti di cancellazione dal ruolo - per lo più conseguenti ad una composizione amichevole con il governo italiano - e 20 decisioni di irricevibilità). Tra le sentenze di rilievo penalistico, si segnalano in particolare quattro sentenze che accertano la violazione del diritto a non essere sottoposti a trattameni inumani e degradanti di cui all'art. 3 CEDU (due relative alle condizioni di detenzioni di detenuti con disabilità motorie; una relativa all'espulsione di un cittadino tunisino, disposta dal GUP di Milano in conseguenza della sua condanna per partecipazione a un'associazione terroristica, nonostante il serio rischio, apprezzato come tale dalla Corte, di sottoposizione del condannato nel proprio paese a e sarebbe esposto, secondo la Corte, a un serio rischio di trattamenti contrari all'art. 3; una relativa al difetto di effettività delle indagini penali sui maltrattamenti dei quali il ricorrente sarebbe stato vittima) che si aggiungono a una quinta importante condanna in materia di art. 3 (Hirsi c. Italia, relativa al respingimento verso la Libia di immigrati intercettati dalla nostra Marina militare al largo delle coste siciliane: clicca qui per accedere alla scheda relativa sulla nostra Rivista). Vi sono poi quattordici sentenze che accertano la violazione dell'art. 6 CEDU, in massima parte in relazione all'eccessiva durata del procedimento (e agli stessi ritardi del governo italiano nella liquidazione degli indennizzi già riconosciuti ai sensi della legge Pinto); ma meritano speciale segnalazione, in materia di art. 6, anche la sentenza Gagliano e Giorgi (già annotata nella nostra Rivista: clicca qui per accedervi) che ha riconosciuto che la prescrizione del reato compensi almeno parzialmente il pregiudizio subito dall'irragionevole durata del processo, nonché la sentenza Lorenzetti, che ha censurato la mancanza di pubblicità del procedimento di riparazione per l'ingiusta detenzione. Interessanti altresì le sentenze di condanna in materia di art. 8 CEDU, tra le quali spicca Costa e Pavan in materia di fecondazione assistita, parimenti segnalata dalla nostra Rivista (clicca qui per accedervi) e della quale il nostro governo ha chiesto il rinvio alla Grande Camera. Tra le (poche) sentenze favorevoli all'Italia va segnalata specialmente quella della Grande Camera relativa al caso Scoppola n. 3 che, ribaltando la decisione della Camera di primo grado, ha escluso la violazione del diritto di cui all'art. 3 Prot. 1 in relazione all'automatismo della perdita del diritto di voto conseguente alla condanna subita dal ricorrente (clicca qui per accedere alla scheda relativa pubblicata dalla nostra Rivista). Quanto alle decisioni relative all'equa soddisfazione, si segnala infine per importanza quella relativa alla causa Sud Fondi, relativa alle confische dei terreni di Punta Perotti (clicca qui per accedere alla nota relativa) rispetto alla quale la Corte ha liquidato in favore dei ricorrenti somme vicine ai 50 milioni di euro (pp. 131-147);

- la sezione dedicata alle statistiche in materia penale, dalla quale si ricava purtroppo il dato preoccupante di un aumento dei procedimenti pendenti a metà 2012 rispetto alla situazione di metà 2011 in tutti gli uffici giudiziari - con la sola eccezione della Corte di cassazione - e nelle stesse Procure della Repubblica (pp. 235 ss.);

- la sezione di competenza del Dipartimento per l'Amministrazione Penitenziaria (DAP) con i più aggiornati dati statistici sulla situazione carceraria, dai quali si evince che alla data del 16 dicembre scorso la popolazione carceraria ammontava nuovamente a circa 68.000 detenuti (p. 293), a fronte di una capienza regolamentare di circa 47.000 posti (tra i quali circa 3.000 creati nell'anno appena trascorso). Circa 8.500 sono, inoltre, i condannati che attualmente beneficiano della detenzione presso il domicilio, i cui confini sono stati ampliati con la l. 9/2012 poc'anzi citata, e più di 2.000 condannati sono attualmente ammessi alla sanzione sostitutiva del lavoro di pubblica utilità (pp. 267 ss.).