ISSN 2039-1676


21 febbraio 2013 |

Profili penali del mobbing (TESI DI LAUREA)

Università: Universita degli Studi di Milano

Prof. Relatore: Francesco Vigano

Prof. Correlatore: Matteo Vizzardi

La tesi si propone di offrire un quadro completo della problematica questione inerente alla rilevanza penale del mobbing.

Nel primo capitolo, l'autrice definisce il mobbing alla luce degli studi sociologici e psicologici, che per primi si sono occupati del fenomeno. Propone, poi, l'analisi delle differenze tra il mobbing e le altre tipologie di disfunzioni lavorative e affronta, sul piano medico-legale, le diverse patologie che vi possono derivare.

Allo stato attuale, il fenomeno del mobbing è privo di una copertura giuridica ad hoc, tanto in ambito civilistico, quanto in ambito penalistico. Negli ultimi anni, la dottrina civilista ha individuato alcune norme chiave (tra tutte l'art. 2087 c.c.) che permettono di colmare il vuoto normativo e di attribuire così al mobber una responsabilità civile. La seconda parte del primo capitolo, quindi, fornisce un excursus sulla responsabilità civile, contrattuale ed extracontrattuale, dell'autore delle vessazioni e sulla qualifica giuridica dei danni che da esse derivano.

Il secondo capitolo affronta il fulcro della questione, trattando le problematiche relative alla copertura penale del mobbing. In assenza di uno specifico reato, la giurisprudenza riconosce la rilevanza penale di alcune manifestazioni del fenomeno in analisi, riconducendolo a fattispecie già esistenti all'interno del codice penale (ad esempio maltrattamenti in famiglia, violenza privata, lesioni personali, estorsione, abuso d'ufficio, violenza sessuale, atti persecutori, etc.). Si offre così una panoramica sull'operato dei giudici, corredata dall'analisi di numeroso materiale giurisprudenziale, nonché delle posizioni assunte dalla dottrina in merito alle diverse fattispecie. Particolare attenzione è riservata al reato di maltrattamenti in famiglia, in ragione della notevole affinità delle due figure e dell'acceso dibattito presente in merito alla sua possibile applicabilità al fenomeno del mobbing.

Il terzo capitolo si concentra sulle prospettive de iure condendo, riportando le diverse posizioni assunte dalla dottrina in merito all'opportunità o meno di introdurre un reato apposito, che sanzioni le vessazioni sul lavoro, e analizzando i diversi disegni di legge presentati in Parlamento nel corso degli ultimi anni. L'autrice esamina, altresì, le proposte avanzate in dottrina circa la possibilità di ricorrere a strumenti alternativi di tutela, come la responsabilità amministrativa da reato e l'adozione di un modello di tipo ingiunzionale.

Il capitolo conclusivo offre, infine, un'analisi comparatistica, illustrando la posizione adottata da vari Stati in merito ai profili giuridici del mobbing e concentrandosi in particolar modo sull'ordinamento francese, l'unico che ha finora provveduto all'introduzione di un reato ad hoc per reprimere le vessazioni sul lavoro (trattasi del reato di harcèlement moral).