9 gennaio 2017 |
Il lancio di un gavettone cagiona la morte di un uomo: un nuovo banco di prova per l’accertamento della colpevolezza dell’agente
Nota a Cass., sez. III, sent. 28 settembre 2016 (dep. 14 novembre 2016), n. 47979, Pres. Fiale, Rel. Aceto, Imp. Urru
Contributo pubblicato nel Fascicolo 1/2017
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Abstract. Infastidito dal vociare dell’anziano vicino di casa, Tizio lancia al suo indirizzo, dalla finestra della propria abitazione, una busta colma d’acqua: senonché il gavettone spaventa a tal punto l’anziano, da provocarne la morte nelle due ore successive. Per questi fatti, la Corte di Cassazione ha ritenuto fondata la penale responsabilità dell’imputato per il reato di cui all’art. 586 c.p., in combinato disposto con il reato-base doloso di minaccia, salvo comunque dichiarare il reato estinto per intervenuta prescrizione.
La sentenza in commento presenta diversi profili di interesse, che saranno oggetto di analisi del presente contributo: in primo luogo, la qualificazione giuridica del fatto oggetto di giudizio; in secondo luogo, l’accertamento del nesso di causalità tra la condotta dell’imputato e l’evento-morte; infine, e soprattutto, la valutazione dell’imputabilità soggettiva dell’evento-morte all’agente.
SOMMARIO: 1. Premessa. – 2. I fatti. – 3. Quale qualificazione giuridica per il lancio di un gavettone che cagiona la morte di un uomo? – 4. Il nesso di causalità. – 5. L’imputazione soggettiva dell’evento-morte all’agente. – 6. Conclusioni.