ISSN 2039-1676


15 maggio 2018 |

Dal codice penale "scheumorfico" alle playlist. Considerazioni inattuali sul principio di riserva di codice

Contributo pubblicato nel Fascicolo 5/2018

Il contributo è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di un revisore esperto.

 

SOMMARIO: 1. Che cos’è lo scheumorfismo? – 2. La natura metaforica dello scheumorfismo. – 3. La riforma Orlando e la riserva di codice: il d. lgs. 1 marzo 2018, n. 21. – 4. Riserva di codice e principio rieducativo: la costruzione del codice come “città ideale” del diritto penale è davvero un indispensabile strumento perché si realizzi la rieducazione del condannato? – 5. Dal codice come “città-ideale” al codice come “centro di accoglienza”: sta nascendo un oggetto scheumorfico? – 6. Riserva di codice e decodificazione. – 7. L’attuazione della riserva di codice nel decreto legislativo 21 del 2018. – 7.1. La proclamazione del principio della riserva di codice nel nuovo art. 3 bis c.p. – 7.2. Il trasferimento di fattispecie incriminatrici dalle leggi speciali al codice. – 8. Bisogna rassegnarsi al fatto che il codice sia diventato un oggetto scheumorfico? – 9. Un passo indietro: di che materiale era fatto il codice penale tradizionale? Dobbiamo ancora subire il condizionamento (epistemologico e ideologico) del codice come oggetto cartaceo? – 10. Preliminari per una nuova riflessione sulle modalità organizzative della legislazione penale. – 11. Oltre il modello della città-ideale: organizzare e sistematizzare la legislazione come “villaggio globale”. – 11.1. Il network. – 11.2. Dal network alle playlist