ISSN 2039-1676


25 maggio 2018 |

Il concorso tra associazione a delinquere di stampo mafioso e associazione finalizzata al traffico di stupefacenti: alla ricerca di una razionale repressione del fenomeno

Contributo pubblicato nella Rivista Trimestrale 1/2018

Abstract. Il lavoro analizza il tema dei rapporti tra le fattispecie associative di cui agli artt. 416-bis c.p. e 74 d.p.r. n. 309/90, sottoponendo a critica l’orientamento giurisprudenziale che riconosce pacificamente il concorso formale tra i due reati, così determinando un automatismo sanzionatorio in violazione del principio del ne bis in idem sostanziale. Si evidenzia, in particolare, come l’applicazione di criteri di risoluzione del conflitto apparente di norme basati su giudizi di valore, anziché logico-strutturali, consentirebbe nella specie di addivenire a soluzioni più equilibrate sotto il profilo del quantum di pena da irrogare, oggi del tutto sproporzionato rispetto al disvalore concreto del fatto associativo in conseguenza dell’atteggiamento della giurisprudenza e delle scelte del legislatore. 

 

SOMMARIO: 1. Premessa. - 2. Il granitico indirizzo della giurisprudenza di legittimità: l’ennesimo ripiegamento nella “trincea” della specialità? - 3. Una possibile interpretazione “dogmaticamente” orientata del principio di consunzione. - 4. Conclusioni e spunti per una riflessione de iure condendo.