ISSN 2039-1676


18 dicembre 2014

Esame di avvocato 2014: le tracce dei pareri di diritto penale (Concussione/Induzione indebita; omesso pagamento del pedaggio autostradale: truffa, insolvenza fraudolenta o mero illecito amministrativo)

Prova scritta del 17.12.2014

Pensando di fare cosa utile ai lettori - in particolare a quelli più giovani - pubblichiamo le tracce dei due pareri motivati in materia regolata dal codice penale, oggetto nella giornata di ieri della prova scritta dell'esame per l'abilitazione alla professione di avvocato.

Utilizzando lo spazio riservato ai commenti, in calce alla presente pagina, i lettori che lo volessero possono inserire le proprie considerazioni, anche per offrire un'opportunità di confronto a coloro che hanno preso parte alla prova d'esame. (Gian Luigi Gatta)

 

Traccia n. 1

Con sentenza pronunciata dal Tribunale nell'ottobre 2012 e depositata il 30.11.2012, Tizio, incensurato di anni 42, viene condannato con la concessione delle attenuanti generiche alla pena di anni 3 di reclusione, con interdizione perpetua dai pubblici uffici, in quanto giudicato responsabile del reato di cui all'art. 317 c.p., commesso nell'anno 2010, perché nella sua veste di pubblico ufficiale, quale ispettore del lavoro della ASL, nel corso di un accertamento presso un'autorimessa in cui era emersa l'irregolare assunzione di lavoratori dipendenti in nero, dopo aver detto al titolare dell'autorimessa, Caio, che, se non gli avesse corrisposto la somma di euro 500,00 avrebbe proceduto a contestare, come previsto dalla legge, sanzioni dell'importo di alcune migliaia di euro, si faceva consegnare la predetta somma senza poi procedere a contestazione alcuna.
Tizio, subito dopo l'avvenuto deposito della sentenza, si reca da un avvocato per avere un parere.

Il candidato, assunte le vesti del candidato di Tizio, rediga motivato parere illustrando gli istituti e le problematiche sottese alla fattispecie in esame.

 

Traccia n. 2

Tizio - di professione autotrasportatore - effettuava trenta transiti sulla rete autostradale omettendo di corrispondere il relativo pedaggio, per il totale di euro 350,00. In particolare, in alcuni casi, dopo aver ritirato alla guida dell'autocarro di sua proprietà, il tagliando di ingresso del casello autostradale, una volta aggiunto alle varie stazioni di uscita si immetteva nella corsia riservata ai possessori di di tessera via card o di telepass e si accodava al veicolo che lo precedeva riuscendo a transitare, sulla scia di questo, prima che la sbarra di blocco si fosse abbassata.
Tizio non veniva mai fermato dalle forze dell'ordine o dall'addetto al casello, ma il numero di targa veniva rilevato attraverso un sistema fotografico automatico in dotazione della società autostrade. In altri casi, ometteva il pagamento dichiarando all'addetto al casello di uscita di aver smarrito il tagliando di ingresso e di essere sprovvisto di denaro.
Tizio viene sottoposto a procedimento penale e si reca da un avvocato per conoscere le possibili conseguenze penali della propria condotta.

Il candidato assunte le vesti del legale di Tizio analizzi la fattispecie o le fattispecie configurabili nelle condotte prescritte.

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Per un inquadramento della problematica oggetto della traccia n. 2 segnaliamo (senza alcuna pretesa di completezza, ma per perspicaci osservazioni critiche) il seguente lavoro di Angela Della Bella: In autostrada senza pagare: nè truffa nè insolvenza fraudolenta, in Corriere del merito, 2010, p. 1213 s.