ISSN 2039-1676


12 gennaio 2018 |

Ancora in tema di riqualificazione giuridica del fatto: un'interessante ordinanza di rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea

Nota a Trib. Brindisi, ord. 20 ottobre 2017, proc. n. 1607/15 R.G.N.R., Giud. Biondi, Imp. Moro

Contributo pubblicato nel Fascicolo 1/2018

Il presente contributo è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di un revisore esperto.

 

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Abstract. Un altro interessante rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea: se la direttiva 2012/13/UE e l’art. 48 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea debbano essere interpretati nel senso che ostino a disposizioni processuali di uno Stato membro per le quali, di fronte alla modifica dell’imputazione, le garanzie difensive vengano assicurate in termini sensibilmente diversi a seconda che si versi nel mutamento del fatto ovvero in quello della qualificazione giuridica. Le questioni sul tappeto sono tante, fra cui il problematico rapporto fra giudice e pubblico ministero in ipotesi di emenda dell’accusa e la sostenibilità sul piano della ragionevolezza del sistema del “doppio binario” voluto dal legislatore italiano.

 

SOMMARIO: 1. Premessa. L’ordinanza di rinvio pregiudiziale. – 2. La direttiva 2012/13/UE e il diritto all’informazione. Problemi di coordinamento fra sistema interno e diritto europeo. – 3. La Convenzione europea dei diritti dell’uomo e la giurisprudenza della Corte di Strasburgo. – 4. Criticità del sistema interno. La problematica impasse fra giudice e pubblico ministero. – 5. Il sistema interno di “doppio binario”. Una razionalità ancora sostenibile? – 6. Le possibili ricadute di una risposta positiva al quesito pregiudiziale.