30 ottobre 2018 |
I "disastri ambientali": la Cassazione al crocevia tra clausola di salvaguardia, fenomeno successorio e concorso apparente di norme
Nota a Cass., Sez. I, sent. 17 maggio 2017 (dep. 29 dicembre 2017), n. 58023, Pres. Carcano, Est. Cairo, ric. Pellini e altri
Contributo pubblicato nel Fascicolo 10/2018
Il contributo è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di un revisore esperto.
Abstract. Il delitto di disastro ambientale di cui all’articolo 452-quater c.p., introdotto dalla l. 22 maggio 2015, n. 68 nell’ambito dei delitti contro l’ambiente (Titolo VI-bis del Codice penale), costituisce una delle fattispecie incriminatrici maggiormente discusse tra quelle introdotte con la riforma sui c.d. ecoreati. Uno degli aspetti più critici – quale diretta conseguenza del deficit di precisione che affligge il fatto tipico – attiene all’esatta definizione dei confini applicativi del disastro ambientale nei rapporti con la controversa figura del “disastro innominato” di cui all’articolo 434 c.p., quale fattispecie antesignana utilizzata ancora oggi dalla giurisprudenza per sanzionare gravi episodi di contaminazione ambientale. Il contributo, prendendo spunto dalla prima pronuncia della Cassazione sul tema, si propone di individuare un possibile spartiacque applicativo tra le due figurae criminis, alla luce della criptica clausola di “salvaguardia” posta in apertura della fattispecie nominata, al fine di ricondurre la fattispecie di nuovo conio entro i limiti di necessaria determinatezza del precetto penale, presupposto indispensabile per il rispetto dei canoni di accessibilità e prevedibilità di matrice convenzionale.
SOMMARIO: 1. Premessa. – 2. Disastro ambientale atipico e tipico: fattispecie a confronto. – 2.1. La supplenza giudiziaria del disastro innominato: dai macroeventi di disastro ambientale alle contaminazioni “silenti”. – 2.2. Il disastro ambientale tipico: l’articolo 452-quater c.p. al bivio tra evento dimensionale ed evento offensivo – 3. Clausola di salvaguardia e “riparto di competenze”: la Cassazione sui criteri regolatori del concorso tra fattispecie. – 4. Riflessioni conclusive: il canone inverso della sussidiarietà.