ISSN 2039-1676


8 marzo 2017 |

L’inquinamento ambientale: quando il deficit di precisione "compromette" il fatto tipico

Contributo pubblicato nel Fascicolo 3/2017

Il presente contributo è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di un revisore esperto.

 

Abstract. La fattispecie di inquinamento ambientale, introdotta nell’articolo 452-bis c.p. dalla legge 22 maggio 2015, n. 68 sui c.d. ecoreati, pur atteggiandosi quale uno dei “simboli” del rinnovato approccio del legislatore alla criminalità ambientale, si è segnalata, fin dalla sua apparizione, per le notevoli criticità sotto il profilo della scarsa tipizzazione dei propri elementi costitutivi. Il presente contributo si propone di evidenziare – alla luce dei primi approcci giurisprudenziali in materia – le vistose lacune di tutela che sembrano depotenziare l’efficacia e la carica stigmatizzante dell’inedita figura delittuosa, nella prospettiva di suggerire – anche sulla scorta della più attenta dottrina – i possibili percorsi interpretativi che la rendano compatibile con i principi, di matrice costituzionale ed eurounitaria, di determinatezza e prevedibilità della norma penale.

 

SOMMARIO: 0. Premessa. – 1. L’inquinamento ambientale: coordinate sistematiche. – 2. La vicenda all’esame della Cassazione. – 3. L’abusività della condotta: quali orizzonti evolutivi? – 4. Gli eventi del reato: «compromissione» e «deterioramento» e il deficit di determinatezza. – 5. Le incerte declinazioni degli indici di significatività e misurabilità. – 6. L’ipertrofia delle componenti ambientali. – 7. Considerazioni conclusive.