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Abstract. Il presente contributo intende stimolare nuove riflessioni su un tema - quello dell'ammissione della prova - che vede la prassi giurisprudenziale discostarsi, almeno in parte, dalla soluzione tradizionale che 'costringe' la fase ammissiva nel segmento dibattimentale degli atti introduttivi. Il possibile sovrapporsi della fase ammissiva a quella successiva e la possibilità di dare discontinuità alla formulazione delle richieste probatorie sono le principali offerte interpretative che vengono consegnate al lettore, nel tentativo di far riacquistare al procedimento probatorio la coerenza e l'ordine smarriti.
SOMMARIO: 1. Il vizio d'origine dell'art. 493 c.p.p.: l'assenza di un termine finale. - 2. Il rapporto tra gli artt. 468, 493 e 495 c.p.p. - 3. Decadenza, inammissibilità, preclusione. - 4. L'ammissione della prova tra vecchio e nuovo rito - 5. Possibilità di frammentazione delle richieste di prova. - 6. Le ragioni dell'interpretazione chiusa dell'art. 493 c.p.p. Il principio di concentrazione del dibattimento. - 7. La lealtà processuale e il gioco degli scacchi. - 8. Considerazioni conclusive.