20 novembre 2015 |
La rescissione del giudicato ex art. 625-ter c.p.p.: rimedio effettivo o meccanismo virtuale?
Il presente scritto, di cui riportiamo di seguito abstract e sommario, è destinato ad essere pubblicato, con modifiche e/o integrazioni, in AA.VV., Le impugnazioni straordinarie, a cura di P. Corvi, Torino, 2016. Ringraziamo i curatori e l'editore per l'autorizzazione ad averne anticipato la pubblicazione sulla nostra Rivista.
Abstract. Lo scritto analizza in chiave critica i presupposti della rescissione del giudicato ex art. 625-ter. Tale istituto è stato introdotto dalla legge n.67 del 2014 per compensare il deficit di tutela dei diritti partecipativi dell'imputato determinato dalla celebrazione del processo a sua insaputa. Le condizioni di accesso all'impugnazione straordinaria sembrano però problematiche in termini di "effettività" del rimedio.
SOMMARIO: 1. Rescissione del giudicato e riforma del giudizio contumaciale. - 2. Gli antecedenti storici: la restituzione nel termine per impugnare tra canoni europei e riforme interne - 3. I presupposti applicativi dell'art. 625-ter: l'esistenza di una sentenza di condanna o dispositiva di una misura di sicurezza emessa all'esito in un processo celebrato in assenza dell'imputato - 4. Segue: Il carattere irrevocabile della sentenza. - 5. Segue: La mancata incolpevole conoscenza della celebrazione del processo.