30 novembre 2015 |
Riflessioni a margine di una recente estensione della causa di non punibilità prevista dall'art. 384, co. 1 c.p., ai conviventi more uxorio
Nota a Cass. pen., Sez. II, 21-30 aprile 2015 (dep. 4 agosto 2015), n. 34147
Per scaricare la sentenza relativa al processo "Infinito" (sulla quale cfr. anche A. Esposito, Ritornare ai fatti. La materia del contendere quale nodo narrativo del romanzo giudiziario, in questa Rivista, 2 ottobre 2015 e C. Visconti, I giudici di legittimità ancora alle prese con la "mafia silente" al nord: dicono di pensarla allo stesso modo, ma non è così, ivi, 5 ottobre 2015), clicca qui.
Abstract. Il contributo prende le mosse da una recente sentenza di legittimità che in aperto contrasto con la giurisprudenza dominante nonché con la posizione più volte espressa dalla Corte costituzionale ha esteso ai conviventi more uxorio la causa di non punibilità prevista dall'art. 384, co. 1 c.p. L'Autore illustra il percorso argomentativo seguito dalla decisione e analizza criticamente la coerenza di tale esito interpretativo rispetto alle regole generali sull'interpretazione "correttiva" e alla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo.
SOMMARIO: 1. Premessa. - 2. L'art. 384 c.p. La controversa natura giuridica e l'ambito di applicazione oggettivo e soggettivo. - 3. La giurisprudenza costituzionale sull'estensibilità della causa di non punibilità al convivente more uxorio. - 4. La sentenza della Cassazione: possibile l'estensione della causa di non punibilità al convivente more uxorio. - 5. Critica all'interpretazione evolutiva proposta dalla Suprema Corte. - 6. Rilievi conclusivi.