8 aprile 2016 |
La labile ''certezza interpretativa'' della legittimità costituzionale del reato di bancarotta
Il contributo è pubblicato nel n. 4/2016 della nostra Rivista trimestrale. Clicca qui per accedervi.
Abstract. La pubblicazione della nota "sentenza Corvetta" ha riaperto annosi dubbi e divergenze d'opinione sul ruolo assunto dalla sentenza di fallimento nella struttura dei reati di bancarotta, nonché sulla connessa legittimità costituzionale delle fattispecie basate su di una rilevanza oggettiva di tale elemento. Dall'analisi di quella pronuncia, nonché dal conseguente dibattito dottrinale e, soprattutto, dalle successive prese di posizione della giurisprudenza emerge un quadro di perdurante incertezza interpretativa, tale da porre in dubbio la possibilità di apprezzare un effettivo grado di "tassatività" e "ragionevolezza" dell'attuale disciplina legislativa.
SOMMARIO: 1. La "sentenza Corvetta" quale fonte di rinato interesse per la riflessione sulla legittimità costituzionale del reato di bancarotta. - 2. Cenni sulla vicenda relativa al fallimento della società "Ravenna Calcio". - 3. Le questioni di legittimità costituzionale eccepite nel corso del processo. - 4. La prima sentenza del GUP di Ravenna. - 5. La sentenza della Corte di Appello di Bologna. - 6. La pronuncia della Cassazione. - 7. Le reazioni critiche della dottrina ... - 8. (segue) ... e della giurisprudenza successiva. - 9. Il fondamento della questione di legittimità costituzionale (condivisa dalla "sentenza Corvetta") relativa alla fattispecie di bancarotta fraudolenta patrimoniale. - 10. Il fondamento della questione di legittimità costituzionale relativa alla "irragionevolezza" strutturale e sanzionatoria dell'attuale art. 223 l.fall. - 11. L'instabile ed incerto requisito di "tassatività" di una soluzione meramente "interpretativa".