ISSN 2039-1676


26 maggio 2010

Corte d'Appello di Milano, 26.5.2010 (dep. 14.7.2010), Pres. Calia, Rel. Spina, Imp. Bonici e a., (caso Parmalat)

La sentenza di secondo grado

COMPETENZA PENALE - Competenza per territorio determinata da connessione - Insussistenza
 
Il criterio fondamentale per l’individuazione della competenza per territorio, di cui all’art. 8 c.p.p., è derogabile ed in tal senso opera l’art. 16 c.p.p., ma la deroga si giustifica con un dato imprescindibile che è quello della medesimezza della fase processuale, in ragione dell’esigenza dell’economia processuale. Qualora sia stata dall’inizio esclusa la sussistenza di tale presupposto imprescindibile, si determina il radicamento definitivo della competenza secondo il criterio ordinario di cui all’art. 8 c.p.p.
 
Riferimenti normativi: cod. proc. pen. artt. 8 e 16.
 
REATI IN GENERE – Estinzione del reato per prescrizione – Interruzione - Insussistenza
 
Gli atti interruttivi della prescrizione, previsti all’art. 160, comma 2, c.p. costituiscono un numerus clausus e sono insuscettibili di ampliamento per via interpretativa, stante il divieto di analogia in malam partem in materia penale. La contestazione supplettiva, non essendo espressamente menzionata dal legislatore, non è atto idoneo ad interrompere il corso della prescrizione.
 
Riferimenti normativi: cod. pen. art. 160, comma 2
 
CIRCOSTANZE ATTENUANTI - Circostanze generiche in genere - Insussistenza
 
L’incensuratezza dell’imputato non costituisce titolo per fruire automaticamente delle attenuanti generiche, allorché tale positiva valutazione sia impedita da altri elementi offerti dagli atti che abbiano una significazione più diretta ed immediata rispetto a quella generica fornita dal certificato penale, ben potendo essere data importanza preponderante agli elementi di cui all’art. 133 c.p., ad esempio alla gravità dei fatti.
 
Riferimenti normativi: cod. pen. artt. 62-bis e 133
 
ATTI PRELIMINARI AL PROCESSO PENALE – Contestazione dell’accusa
 
La regola di base, al fine di stabilire la determinatezza dell’imputazione, è quella che impone di avere riguardo alla contestazione sostanziale. In particolare, deve essere esclusa la nullità tutte le volte in cui il prevenuto abbia avuto modo, nel corso del giudizio, di individuare agevolmente gli specifici fatti in contestazione con riferimento ai quali l’accusa è stata formulata.
 
Riferimenti normativi: cod. proc. pen. art. 429, comma 1, lett. c) e comma 2
 
SENTENZA CONCLUSIVA DEL PROCESSO PENALE – Sentenza di condanna in genere
 
L’accertamento di un fatto potenzialmente produttivo di conseguenze dannose legittima la pronuncia della sentenza di condanna generica al risarcimento dei danni, senza che il danneggiato provi l’effettiva sussistenza dei danni ed il nesso di causalità tra questi e l’azione dell’autore del fatto illecito.
 
Riferimenti normativi: cod. proc. pen. art. 539
 
IMPUGNAZIONI PENALI RIFORMATE – Impugnazione del Pubblico Ministero in genere
 
Il Giudice di Appello, alla luce del principio dell’immanenza della parte civile, qualora a seguito del gravame proposto dal solo Pubblico Ministero condanni l’imputato assolto nel giudizio di primo grado, deve provvedere anche sulla domanda della parte civile che non abbia impugnato la decisione assolutoria.
 
Riferimenti normativi: cod. proc. pen. art. 538 e 576   
 
REATI SOCIETARI – AGGIOTAGGIO – CONCORSO DI REATI – Sussistenza
 
La notizia falsa, data al mercato dopo la comunicazione tipica, non rappresenta un post factum non punibile. La replica di una notizia, infatti, rappresenta una novità per il mercato, in quanto diretta non solo a coloro che hanno già investito, ma anche ai nuovi investitori che agiscono in base all’informazione di cui dispongono quando decidono l’operazione. Peraltro, affinché sia possibile richiamare la categoria dei post facta, ritenendo dunque assorbiti i fatti successivi in quello precedente, è necessario che i reati offendano il medesimo bene giuridico, circostanza che non si verifica nel caso di specie.
 
Riferimenti normativi: d. lgs. n. 58/1998 artt. 185; cod. civ. 2621
 
REATI SOCIETARI – AGGIOTAGGIO – Elementi costitutivi – Sensibile alterazione del prezzo di strumenti finanziari – Sussistenza
 
Il concetto di alterazione del prezzo dello strumento finanziario ricomprende anche il mantenimento del valore del titolo, laddove ciò dipenda da condotte di diffusione di notizie di conferma di dati falsi.
 
Riferimenti normativi: d. lgs. n. 58/1998 art. 185
 
REATI SOCIETARI – AGGIOTAGGIO – Elementi costitutivi – Condotta – Sussistenza
 
L’aggiotaggio non è un reato omissivo proprio e, per tale ragione, non può manifestarsi in un comportamento completamente e solamente omissivo. L’omissione assume rilevanza soltanto laddove costituisca una modalità connotativa dell’attributo di falsità proprio della notizia comunicata, poiché in questo caso distorce l’informazione positiva resa in precedenza.
 
Riferimenti normativi: d. lgs. n. 58/1998 art. 185
 
REATI SOCIETARI – AGGIOTAGGIO – Posizione di garanzia – Amministratori non esecutivi – Sussistenza
 
Non è possibile affermare che l’unico canale di conoscenza rilevante per far sorgere in capo all’amministratore non esecutivo l’obbligo di impedire l’evento, derivante dalla posizione di garanzia dallo stesso rivestita, si riduca all’informazione resa in seno al consiglio di amministrazione o al solo ambito societario. In ogni caso, una volta che l’amministratore sia venuto a conoscenza del fatto pregiudizievole, sorge in capo al medesimo l’obbligo di prevenire i pregiudizi da condotta illecita.  
 
Riferimenti normativi: d. lgs. n. 58/1998 art. 185; cod. civ. artt. 2381 e 2392; cod. pen. art. 40 comma 2
 
REATI SOCIETARI – FALSITA’ NELLE RELAZIONI O NELLE COMUNICAZIONI DELLE SOCIETA’ DI REVISIONE – Concorso di persone nel reato – Sussistenza
 
L’art. 2624 c.c. è un reato proprio, tuttavia, in caso di concorso di persone nel reato, è possibile affermare la penale responsabilità del soggetto extraneus senza che sia necessario accertare la colpevolezza del revisore-soggetto qualificato.
Nell’ipotesi di concorso di persone in un reato proprio, infatti, sussiste la responsabilità dell’estraneo anche se il soggetto qualificato, autore materiale del fatto, non sia punibile a causa di una condizione personale o per mancanza di dolo.
 
Riferimenti normativi: cod. civ. art. 2624; cod. pen. artt. 111, 112, 119 

(Massime a cura di Francesco Trotta).