ISSN 2039-1676


05 dicembre 2012

La Corte costituzionale sul conflitto di attribuzione tra Presidente della Repubblica e Procura di Palermo

Pubblichiamo in allegato il comunicato stampa che la Corte costituzionale ha diffuso in merito alla decisione assunta, nella serata di ieri, circa il conflitto di attribuzione promosso dal Presidente della Repubblica, il 30 luglio scorso, nei confronti della Procura della Repubblica di Palermo, relativamente all'intercettazione di alcune conversazioni telefoniche intrattenute dallo stesso Presidente della Repubblica ed alla disciplina della loro valutazione e della loro eventuale distruzione.

Com'è noto, la Corte ha stabilito che non spettava al pubblico ministero valutare la rilevanza delle risultanze acquisite (rilevanza per altro esclusa, in concreto, dalla Procura procedente), e che spettava invece allo stesso pubblico ministero di promuovere una procedura immediata di distruzione della documentazione pertinente, «ai sensi dell'art. 271, 3° comma, c.p.p.  e con modalità idonee ad assicurare la segretezza del contenuto [delle conversazioni], esclusa comunque la sottoposizione [dei relativi atti] al contraddittorio delle parti».

Daremo conto naturalmente, e tempestivamente, dell'intervenuto deposito della sentenza.