ISSN 2039-1676


25 febbraio 2014 |

Presidenza della Repubblica ed intercettazioni fortuitamente apprese: una decisione non sufficientemente meditata della Corte costituzionale

Ancora sulla sentenza n. 1/2013 della Corte costituzionale

Per scaricare la sentenza qui annotata, a suo tempo pubblicata dalla nostra Rivista con scheda di F. Viganò, clicca qui. Su questa stessa sentenza, cfr. altresì le note di N. Galantini, Un commento a prima lettura della sentenza della Corte costituzionale sul conflitto di attribuzione tra il Capo dello Stato e la Procura di Palermo, in Dir. pen. cont. - Riv. trim., n. 1/2013, p. 232 ss. e A. Morelli, La riservatezza del Presidente. Idealità dei principi e realtà dei contesti nella sentenza n. 1 del 2013 della Corte costituzionale, in questa Rivista, 27 marzo 2013.

 

Abstract. Una importante pronunzia della Corte costituzionale (la n. 1 del 2013), nel regolare un conflitto di attribuzione fra Presidenza della Repubblica ed ufficio della Procura della Repubblica in merito ad un'intercettazione casuale di flussi comunicativi, fornisce significativi spunti di riflessione sul ruolo del capo dello Stato e sulla sua sfera, consequenziale, di privatezza. Nel presente contributo si analizza la decisione tentando di evidenziarne i profili di criticità offrendo, nei limiti del possibile, letture alternative al riguardo, anche alla luce di coevi interventi della Corte EDU in materia.

 

SOMMARIO: 1. Le coordinate di riferimento. - 2. I paralogismi della Corte. - 3. I profili processuali di interesse. ­- 4. Una lettura alternativa. - 5. Post scriptum.