ISSN 2039-1676


21 marzo 2018 |

Motivazione dell'ordinanza di custodia cautelare e pericolo di recidiva: la Corte di cassazione conferma le proprie posizioni

Nota a Cass., Sez. III, sent. 17 novembre 2016 (dep. 16 gennaio 2017), n. 1783, Pres. Rosi, Est. Gai

Contributo pubblicato nel Fascicolo 3/2018

Il presente contributo è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di un revisore esperto. 

 

Per leggere il testo della sentenza, clicca qui

 

Abstract. Il presente lavoro si propone di esaminare la sentenza n. 1783/2017 della Corte di Cassazione. In tale pronuncia, il Supremo Collegio ha confermato la lettura, da tempo dominante, secondo cui la L. n. 47/2015, in materia di motivazione cautelare, si sarebbe limitata a “codificare” gli arresti della passata giurisprudenza, che riconoscevano al Tribunale del riesame il potere di annullare l’ordinanza solo ove fosse affetta dalla mancanza, “formale” o “sostanziale”, del compendio argomentativo. Una simile conclusione, tuttavia, lascia irrisolte alcune problematiche, superabili solo aderendo alle posizioni della dottrina più garantista, che estende l’annullamento ai casi di motivazione incompleta, illogica o contraddittoria.

 

SOMMARIO: 1. La riforma delle misure cautelari: le novità in punto di pericolo di recidiva e di motivazione dell’ordinanza de libertate. – 2. La questione affrontata dalla Suprema Corte. – 3. L’ordinanza del Tribunale del riesame. – 4. I motivi a sostegno del ricorso per cassazione. – 5. Il decisum della Suprema Corte. – 5.1. Motivazione per relationem e gravi indizi di colpevolezza del delitto di pornografia minorile. 5.2. – Motivazione dell’ordinanza de libertate sui gravi indizi di colpevolezza dei delitti di spaccio e prostituzione minorile. – 5.3. Carenza di motivazione in punto di attualità e concretezza del pericolo di recidiva. – 6. Riflessioni conclusive.