ISSN 2039-1676


06 luglio 2015 |

Brevi riflessioni sistematiche sulle misure cautelari dopo la l. n. 47 del 2015

Il contributo è pubblicato nel n. 4/2015 della nostra Rivista trimestrale. Clicca qui per accedervi.

 

1. La recente riforma della custodia cautelare, metabolizzati i frammenti dell'intervento legislativo, si presta a qualche breve riflessione di sistema.

Sono sicuramente almeno quattro le linee politiche e culturali lungo le quali si è sviluppata l'azione riformatrice; peraltro, non separate, ma spesso intersecate tra loro.

Una prima è costituita dallo sviluppo delle indicazioni della Corte costituzionale tese al superamento delle presunzioni, evidenziando in qualche modo un ritorno all'impostazione originaria della disciplina della materia.

Sicuri indici di questo assunto sono costituiti, innanzitutto, dalla nuova formulazione del comma 3 dell'art. 275 c.p.p. dove sono ridotte a tre (artt. 270, 270 bis, 416 bis c.p.) le presunzioni assolute di pericolosità suscettibili di determinare la restrizione inframuraria, fatta salva la dimostrazione della mancanza di esigenze cautelari. Invero, non si assiste ad un completo "ritorno al passato", perché la stagione emergenziale della c.d. sicurezza ha lasciato il segno, com'è noto, anche nella giurisprudenza della Corte costituzionale, attraverso la costruzione della presunzione relativa di pericolosità (C. cost. n. 265 del 2010; n. 164 del 2011; n. 231 del 2011; n. 110 del 2012; n. 57 del 2013; n. 213 del 2013; n. 232 del 2013; n. 48 del 2015). 

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