ISSN 2039-1676


25 maggio 2018 |

I riflessi del danno ambientale sulla salute umana

Criticità e prospettive della prova epidemiologica

Contributo pubblicato nella Rivista Trimestrale 1/2018

Abstract. Il contributo affronta il tema dell’utilizzo di evidenze epidemiologiche ai fini della prova del nesso causale con riferimento alle offese alla salute ed alla vita tipizzate nei nuovi delitti ambientali introdotti nel codice penale dalla legge n. 68 del 2015. L’attenzione è focalizzata, in particolare, sugli artt. 452-ter (morte o lesioni come conseguenza del delitto di inquinamento ambientale) e 452-quater (disastro ambientale). Dopo avere fornito una serie di indicazioni di taglio esegetico, evidenziando al contempo i numerosi profili di criticità che contrassegnano tali disposizioni sotto il profilo del drafting legislativo e della dosimetria sanzionatoria, l’autore si sofferma sui profili probatori al metro delle misure epidemiologiche del “rischio relativo” e del “numero attribuibile”, confrontandosi con le diverse posizioni che ad oggi si sono affacciate in dottrina e giungendo alla conclusione secondo cui tali misure possono, a certe condizioni, fornire evidenze utili ai fini della prova delle offese tipiche non solo dei delitti ambientali, ma anche delle fattispecie di omicidio e lesioni personali. 

 

SOMMARIO: 1. Victimless crimes? – 2. Un caso di studio: l’aumento dell’incidenza di tumori polmonari nella popolazione del comune di “Alfa” esposta alle emissioni di una centrale termoelettrica a carbone. – 3. Nuovi delitti contro l’ambiente e offese ai beni giuridici personali. – 3.1. Morte o lesioni come conseguenza del delitto di inquinamento ambientale. – 3.2. Disastro ambientale. – 3.3. Conclusioni e linee di prosecuzione dell’indagine. – 4. L’evidenza epidemiologica tra delitti contro l’ambiente e delitti contro la persona. – 5. Precisazioni e questioni aperte in merito al contenuto probatorio delle evidenze epidemiologiche. – 5.1. Sulla necessità di studi epidemiologici condotti ad hoc (il caso del comune di “Beta”). – 5.2. Sull’utilizzabilità di studi epidemiologici innovativi (il caso del comune di “Gamma”). – 6. Conclusioni.