ISSN 2039-1676


14 giugno 2011 |

Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce norme minime relative alle vittime di reato (COM (2011) 275 final del 18 maggio 2011) e Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al riconoscimento

Relazione a cura dell'Ufficio del Massimario della Corte di Cassazione (Redattore dott. Gaetano de Amicis)

 
Pubblichiamo di seguito, ringraziando l'Autore e l'Ufficio del massimario della Corte di Cassazione, la relazione redatta per l'Ufficio medesimo dal dott. Gaetano De Amicis,  avente ad oggetto la Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce norme minime relative alle vittime di reato (COM (2011) 275 final del 18 maggio 2011) e la Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al riconoscimento reciproco delle misure di protezione in materia civile (COM (2011) 276 definitivo, del 18 maggio 2011).
 
 
La Commissione europea ha proposto un pacchetto di misure volte ad introdurre e garantire in tutta l'Unione europea un livello minimo di tutela dei diritti, di sostegno e di protezione in favore delle vittime, indipendentemente dai luoghi di origine e residenza. Con l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, infatti, all'Unione europea è stata attribuita la competenza esplicita per legiferare in materia di vittime di reato.
 
Le proposte formulate dalla Commissione sono due:
a) proposta di direttiva che istituisce norme minime relative alle vittime di reato;
b) proposta di regolamento sul riconoscimento reciproco delle misure di protezione civili.
 
Con la proposta di direttiva che istituisce norme minime relative alle vittime di reato si vuole garantire, in particolare: 1) che in tutti i 27 paesi membri le vittime di reato siano trattate con rispetto e che la polizia, i pubblici ministeri e i giudici ricevano una formazione adeguata in tal senso; 2) che le vittime ottengano informazioni comprensibili in merito ai loro diritti ed alla loro situazione; 3) che siano istituite in tutti gli Stati membri forme di sostegno alle vittime di reato; 4) che le vittime possano partecipare ai procedimenti penali, se lo desiderano, e che siano messe nelle condizioni di assistere al processo; 5) che le vittime vulnerabili – quali i bambini, le vittime di violenze sessuali e le vittime disabili - vengano riconosciute in quanto tali e siano adeguatamente protette; 6) che le vittime siano protette durante le indagini di polizia e i procedimenti giudiziari.
 
Inoltre, per contribuire a proteggere le vittime di atti di violenza dal rischio di essere nuovamente oggetto di violenze da parte del loro aggressore, la Commissione ha proposto anche un regolamento sul riconoscimento reciproco delle misure di protezione civili, che garantirà che le vittime di violenza (per esempio, la violenza domestica) possano continuare a contare, anche in caso di viaggio o trasferimento in un altro paese UE, sugli ordini di restrizione o di protezione emessi nei confronti del responsabile delle violenze.
 
Le proposte presentate dalla Commissione costituiscono un primo passo del processo che vedrà le vittime di reato oggetto di una considerazione sempre maggiore all'interno dei nostri sistemi giudiziari. Nei prossimi anni, infatti, la Commissione adotterà alcune iniziative volte a rafforzare le norme UE in vigore in materia di risarcimento delle vittime di reato, per garantire che queste abbiano un accesso adeguato al risarcimento, soprattutto qualora il reato sia stato commesso all'estero. Per consentire alle vittime di incidenti della strada avvenuti in un altro paese UE la possibilità di chiedere il risarcimento dei danni, la Commissione ha infine l'intenzione di rivedere la normativa sistente in materia di conflitto di leggi, in modo che i cittadini possano contare sugli stessi termini previsti nei rispettivi paesi di origine.