ISSN 2039-1676


27 ottobre 2011 |

La competenza penale accessoria dell'Unione Europea: problemi e prospettive

Testo, aggiornato e corredato di note, della relazione svolta il 9.5.2009 presso l'Università degli Studi di Milano in occasione del Convegno di studi "Diritto penale e fonti sovranazionali: i termini di una relazione problematica"

Contributo pubblicato nella Rivista Trimestrale 1/2012

SOMMARIO: 1. La competenza penale dell’Unione dopo Lisbona e il ruolo centrale in essa assunto dalle direttive volte a contrastare la criminalità transnazionale.− 2. La competenza penale indiretta prevista dall’art. 83.2 TFUE. Il suo ambito applicativo e il suo carattere accessorio.− 3. Le lontane origini della competenza penale accessoria dell’Unione europea. – 4. La diffidenza degli Stati membri rispetto all’attribuzione all’Unione di una competenza penale accessoria. – 4.1. Le ragioni di questa diffidenza. In particolare, l’incerta estensione della competenza penale accessoria. ­– 4.2. Il timore di una legislazione penale europea ipertrofica in quanto dimentica del bene giuridico e della sua funzione critica. ­– 5. Competenza penale accessoria dell’Unione e principio di legalità. – 5.1. La democraticità delle procedure d’adozione delle fonti penali d’armonizzazione accessoria. − 5.2. La prevedibilità delle relative norme. − 5.3. L’accessibilità delle norme penali d’armonizzazione accessoria. − 6. La competenza penale accessoria al vaglio dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità. − 7. La possibilità di adottare solo “norme minime” e i limiti contenutistici di queste. − 8. L’incidenza delle direttive penali d’armonizzazione accessoria sulle politiche criminali nazionali. − 9. Le forme di controllo preventivo, di giustiziabilità e di opposizione rispetto alle norme penali europee di armonizzazione accessoria. − 10. Considerazioni conclusive.

 

 

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