ISSN 2039-1676


02 aprile 2015 |

Fissati nuovi paletti dalla Consulta a riguardo del rilievo della Cedu in ambito interno

A prima lettura di Corte cost. n. 49 del 2015

Il contributo è ora pubblicato nel n. 2/2015 della nostra Rivista trimestrale. Clicca qui per accedervi.

 

Riceviamo e siamo particolarmente lieti di pubblicare questo intervento di Antonio Ruggeri sulla sentenza 49/2015 della Corte costituzionale, depositata la settimana scorsa e già oggetto sulla nostra Rivista di due note a prima lettura a firma rispettivamente di F. Viganò e M. Bignami, cui è possibile accedere dalla colonna a destra di questa pagina.

 

 

SOMMARIO: 1. Una pronunzia da cui traspare una visione piramidale dei rapporti tra Costituzione e CEDU (e, perciò, delle stesse Corti che ne sono garanti), escludendosi assiomaticamente che dalla seconda possa venire una tutela per i diritti ancora più intensa di quella offerta dalla prima. - 2. Il "doppio binario" tracciato dalla Corte per il giudice comune, tenuto a tener ferme le interpretazioni della Convenzione avanzate dalla Corte europea laddove risultino "consolidate" ed abilitato invece a discostarvisi nel caso che non abbiano ancora dato luogo ad un "diritto vivente". - Il duplice difetto che sta a base di questa ricostruzione, espressiva di un "patriottismo" costituzionale ingenuo ed infecondo. - 3. Le due note salienti che emergono dalla pronunzia in commento, al piano dei rapporti che la Consulta intrattiene, rispettivamente, con la Corte EDU e coi giudici comuni.