ISSN 2039-1676


04 aprile 2016 |

Una sentenza storica: Radovan Karadzic condannato a 40 anni di reclusione ma assolto dall'accusa di genocidio nelle municipalità  bosniache

Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia, Trial Chamber III, 24 marzo 2016, Prosecutor c. Karadzic

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1. Radovan Karadzic, leader della Repubblica serba di Bosnia (Republika Srspka) e Comandante Supremo delle forze armate serbo-bosniache dal 1991 al 1995, è stato condannato a 40 anni di reclusione dal Tribunale delle Nazioni Unite per l'ex Yugoslavia (I.C.T.Y.). Dopo 498 giorni di dibattimento (la prima udienza risale al 26 ottobre 2009), 586 testimoni escussi (di cui 337 dell'Accusa, 248 della Difesa ed 1 chiamato direttamente dal collegio giudicante) e 11500 documenti di prova ammessi, il 24 marzo scorso la Terza Camera di primo grado del Tribunale, composta dai giudici O-Gon Kwon, Presidente, Howard Morrison e Melville Baird, giudici a latere, nonché Flavia Lattanzi, giudice di riserva, ha emesso il verdetto. Karadzic, in custodia sin dal 21 luglio 2008, era imputato di genocidio, crimini contro l'umanità e violazioni delle leggi e consuetudini di guerra, per fatti commessi dal 1992 al 1995 durante il conflitto armato sul territorio della Bosnia Erzegovina. Più in particolare, Karadzic è stato condannato per aver preso parte a quattro "imprese criminali di gruppo" (joint criminal enterprise o J.C.E.), una complessa forma di responsabilità di tipo plurisoggettivo elaborata dalla giurisprudenza del Tribunale sin dalla sentenza di appello "Tadic" del 1999.

 

2. Secondo il collegio giudicante, la responsabilità penale di Karadzic deriva in primo luogo dalla sua partecipazione con funzioni di comando politico e militare al "piano criminale sovrastante" (c.d. "Overarching J.C.E"). Questo comprendeva una struttura complessa di uomini e mezzi che aveva come scopo la rimozione definitiva delle etnie bosniaco-musulmana e bosniaco-croata dal territorio rivendicato come appartenente alla Republika Srspka. La pianificazione di tale obiettivo criminale ha previsto la consumazione di reati-mezzo in diverse municipalità della Bosnia a partire dal 1992. Tra questi crimini rientrano la sparizione forzata, l'arresto e la detenzione illegali presso campi di concentramento, tortura, percosse, diverse forme di violenza sessuale, omicidi ed esecuzioni di massa. Karadzic è stato al riguardo riconosciuto colpevole di persecuzione, sterminio, omicidio, deportazione e trasferimento forzato quali crimini contro l'umanità nonché di omicidio quale crimine di guerra. Il dolus specialis del genocidio è invece stato escluso, così facendo cadere la relativa imputazione rispetto ai fatti avvenuti nelle municipalità bosniache. L'imputazione di genocidio per i crimini commessi nelle Municipalità era già stata esclusa il 28 giugno 2012, quando la Camera aveva proceduto ad una sorta di assoluzione parziale infra-dibattimentale, in osservanza della Regola 98-bis delle Regole di Procedura e Prova del Tribunale (in questa Rivista). Quest'ultima norma consente, al termine della presentazione e dell'escussione dei testi dell'accusa, di domandare lo stralcio di quei capi di imputazione per i quali non si ritiene raggiunta la prova. La Camera di Appello, tempestivamente adita dal Procuratore, in data 11 luglio 2013 aveva però ribaltato la sentenza di assoluzione infra-dibattimentale per genocidio, così reinnestando il relativo capo di imputazione nel processo (in questa Rivista). La sentenza di condanna che chiude il primo grado di giudizio assolve tuttavia nuovamente Karadzic dall'accusa di genocidio per quanto avvenuto nelle municipalità bosniache, non ritenendo dimostrato l'elemento soggettivo peculiare del crimine, vale a dire il dolo specifico di eliminazione del gruppo etnico, razziale, religioso o politico.

 

3. La seconda "impresa criminale di gruppo", per cui Karadzic è stato condannato, viene indicata nella sentenza come "Sarajevo J.C.E.". Il piano criminale includeva in particolare l'assedio e il bombardamento, quasi quotidiano durante il conflitto, della popolazione civile nella capitale bosniaca. Karadzic ha avuto al riguardo il ruolo di comandante militare in capo, emanando diversi ordini di carattere strategico. L'obiettivo era quello di convincere i capi bosniaco-musulmani e la comunità internazionale a cedere alle richieste dell'establishment serbo-bosniaco, attraverso una campagna di terrore permanente sui civili. I capi di imputazione per i quali l'imputato è stato riconosciuto colpevole, quanto alla Sarajevo J.C.E., sono i crimini di attacco illegittimo sui civili, diffusione del terrore ed omicidio quali violazioni delle leggi e delle consuetudini di guerra, nonché omicidio quale crimine contro l'umanità.

 

4. La terza J.C.E. aveva come fine quello di prendere ostaggi tra il personale ONU allo scopo ultimo di impedire alla NATO di condurre bombardamenti aerei su obiettivi serbo-bosniaci (c.d. "Hostages J.C.E."). Tra il 19 ed il 26 giugno 1995 diversi rappresentanti delle Nazioni Unite vennero catturati dalla forze della Republika Srspka. La sentenza ritiene provata l'intenzione, da parte di Karadzic, di detenere illegalmente il personale ONU: egli rivolse minacce ai prigionieri allo scopo di fermare i bombardamenti NATO.

 

5. Infine, Karadzic è stato condannato per aver partecipato a quello che è probabilmente il più grave tra i crimini di gruppo commessi durante il conflitto nella ex-Yugoslavia: il genocidio di Srebrenica. A partire dal 13 luglio 1995 le forze serbo-bosniache attaccarono la cittadina di Srebrenica, rimossero forzosamente 30.000 musulmani dall'enclave (soprattutto donne, bambini ed uomini anziani), condussero i maschi adulti in località vicine e procedettero ad esecuzioni sommarie. Nella sentenza di condanna si legge che Karadzic era l'unico in grado di fermare lo sterminio da parte dei suoi uomini. Egli stesso peraltro ordinò il trasferimento di molti uomini musulmani di Srebrenica dal sito di Bratunac per essere altrove giustiziati. Per tale capo di imputazione, il dolo genocidiario risulta provato: Radovan Karadzic, insieme a Ratko Mladic ed altri membri della c.d. "Srebrenica J.C.E.", avevano come obiettivo quello di eliminare fisicamente i maschi adulti di Srebrenica al fine di distruggere l'etnia musulmana dell'enclave. E' questo l'unico capo di imputazione per genocidio in relazione al quale si ritiene dimostrata la penale responsabilità di Karadzic.

 

6. In definitiva, la Camera ha pronunciato l'assoluzione per l'accusa di genocidio nelle municipalità bosniache, esattamente come aveva già fatto nella decisione del giugno 2012, e condannato Karadzic per la partecipazione al genocidio di Srebrenica. La pronuncia di appello sarà particolarmente interessante su questi due punti, così come del resto la prossima sentenza del medesimo Tribunale nel processo che vede imputato Ratko Mladic.