13 marzo 2017 |
Per uno statuto unitario dell’apprezzamento della pericolosità sociale
Le misure di prevenzione a metà del guado?
Contributo pubblicato nel Fascicolo 3/2017
Il presente contributo è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di un revisore esperto.
Abstract. L’assetto normativo delle misure di prevenzione – personali e patrimoniali – è oggi messo in discussione. Antiche dispute sulla legittimazione costituzionale dei fondamenti cognitivi della valutazione di pericolosità sono attualizzate dalla dichiarata – sia pure in parte – incompatibilità tra contenuti normativi interni e sistema delle garanzie offerte dalla Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, per effetto della decisione emessa, nei confronti dell'Italia, dalla Grande Camera della Corte Edu nel caso De Tommaso. L’autore ripercorre l'evoluzione giurisprudenziale interna sulla interpretazione dei dati normativi 'sotto accusa' e propone l'adozione di uno statuto unitario del giudizio prognostico – nei diversi contesti procedimentali ove è richiesto – basato sul recupero di tassatività delle previsioni di legge e sulla necessaria valorizzazione di condotte di reato, in chiave di presupposto legittimante le limitazioni dei diritti individuali.
SOMMARIO: 1. I dubbi sulla nozione di pericolosità sociale e sulla sua traduzione normativa. – 2. Alcune ragioni per il suo mantenimento nel sistema integrato. – 3. Le tendenze normative in tema di prevenzione. – 4. In particolare la confisca disgiunta e le sue forme di realizzazione. – 5. La risposta della giurisprudenza ai nuovi temi ed alcune proposte per l'adeguamento ai principi costituzionali e convenzionali. – 6. Conclusioni.