ISSN 2039-1676


12 gennaio 2018 |

Il sequestro a fini di confisca: dalle scelte del codice del 1988 alla legge n. 161 del 2017

Il presente contributo costituisce il testo, aggiornato e corredato da note, della Relazione svolta dall’Autore a Modena, il 1 aprile 2017, al Convegno su La ‘materia penale’ fra diritto nazionale ed europeo, organizzato dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Modena e Reggio Emilia e dalla Sezione italiana dell’Association Internationale de droit pénal (AIDP), di prossima pubblicazione negli atti del Convegno. Trattandosi di lavoro già accettato per la pubblicazione in quella sede, il contributo non è stato sottoposto alla procedura di peer review prevista dalla nostra Rivista.

 

Abstract. Nonostante la laconica disciplina codicistica dell’art. 321 comma 2 c.p.p., che prevede il sequestro preventivo delle “cose di cui è consentita la confisca”, si impone ormai un’assimilazione dei presupposti per tutte le misure cautelari, personali e reali.

Le confische e i correlativi sequestri incidono su diritti fondamentali della persona, che non consentono semplificazioni (frequenti nella prassi) nella “prova” e nella “motivazione” dei provvedimenti giudiziari.

Le scelte sistematiche iniziali del codice di procedura penale del 1988 hanno rivelato tutta la loro fragilità, a seguito dell’evoluzione legislativa e giurisprudenziale in materia, a fronte di strumenti di contrasto patrimoniale duttili ed efficaci, per categorie sempre più ampie di reati.

Da ultimo, la legge n. 161 del 2017 (di modifica al codice delle misure di prevenzione, ma anche a fondamentali norme codicistiche in tema di esecuzione delle cautele reali) ha tracciato un solco profondo rispetto a tali scelte, evidenziando, secondo un trend normativo inarrestabile, la centralità non solo della confisca e del sequestro per colpire la criminalità del profitto, ma anche dell’amministrazione giudiziaria dei beni oggetto del vincolo, secondo il modello delineato dal d. lgs. n. 159 del 2011, per salvaguardare gli interessi sociali, economici e occupazionali coinvolti.

Da qui, le indagini e la prova delle componenti patrimoniali sanzionatorie dei reati non possono trascurarsi fin dalla fase iniziale del procedimento penale, al pari della tutela dei terzi “estranei” al reato, i quali spesso di quei diritti fondamentali sono i titolari.

 

SOMMARIO: 1. Il sequestro preventivo a fini di confisca e il codice di procedura penale del 1988. – 2. L’evoluzione della confisca e il ruolo della giurisprudenza in ambito sostanziale. – 3. Il vuoto contenutistico della giurisprudenza “processuale” in tema di identificazione dei presupposti del sequestro a fini di confisca: l’astratta configurabilità del reato. – 4. Verso un ripensamento dei presupposti applicativi: le prime timide aperture delle Sezioni unite nella sentenza “Capasso”. – 5. La proporzionalità, la gradualità e l’adeguatezza della misura cautelare reale: il ruolo “centrale” delle indagini patrimoniali. – 6. I diritti dei terzi in sede di sequestro e la loro partecipazione al procedimento: dalla fase di cognizione alla fase esecutiva. – 7. Prospettive de iure condito e de iure condendo: la legge n. 161 del 2017.