ISSN 2039-1676


22 ottobre 2014 |

La nuova fattispecie di "indebito utilizzo d'identità digitale"

Un problema interpretativo

 

Il contributo è ora pubblicato nel n. 2/2015 della nostra Rivista trimestrale. Clicca qui per accedervi.

In vista della pubblicazione su Diritto penale contemporaneo – Rivista trimestrale, il presente contributo, qui pubblicato in anteprima, è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di due revisori esperti.

 

Abstract. La recente introduzione nel nostro codice penale della frode informatica aggravata dall'indebito utilizzo d'identità digitale pone una rilevante questione interpretativa. Nel presente contributo si analizza il rapporto tra la suddetta aggravante e quella di "furto d'identità digitale", nonché le intersezioni con le fattispecie previste dal codice della privacy: mezzi diversi (e in cerca di autonomia) a tutela della "identità digitale".

SOMMARIO: 1. Introduzione. - 2. La materializzazione dell'identità digitale. - 3. Il rapporto tra l'indebito utilizzo e la condotta base di frode informatica. - 4. Spunti normativi per definire l'"indebito utilizzo d'identità digitale" e il rapporto col furto d'identità. - 5. Il trattamento illecito per il codice della privacy. - 6. Differenze e intersezioni tra la condotta di trattamento illecito di dati e l'indebito utilizzo d'identità digitale. - 7. Concorso di reati tra frode informatica e violazione del codice della privacy. - 8. Conclusioni.