ISSN 2039-1676


25 giugno 2015 |

Attestare stanca

Nota a Trib. Torino, ord. 16 luglio 2014, giud. Macchioni

Il contributo è pubblicato nel n. 4/2015 della nostra Rivista trimestrale. Clicca qui per accedervi.

 

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Abstract. A circa due anni dall'entrata in vigore della novella che ha introdotto il reato di "Falso in attestazioni e relazioni" con l'art. 236-bis della Legge Fallimentare, giunge la prima pronuncia (edita) sul tema. Si tratta di un'ordinanza interdittiva, emessa in una cornice fattuale da "caso limite" per la macroscopica tipicità delle condotte contestate: i fatti ad oggetto rendono la pronuncia di particolare interesse, specie se letta all'interno della cornice creata dalla giurisprudenza fallimentare sul tema delle attestazioni e delle relazioni del professionista, nonché dalla pubblicazione da parte del Consiglio nazionale dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili dei "Principi di attestazione dei piani di risanamento". Un nuovo "caso Busiello", di cui ci si è proposto di analizzare dati fattuali, percorsi motivazionali dell'estensore, nonchè possibili termini di applicazione futura dei dicta, specie in materia di prova del dolo. Alla ricerca quindi di un corretto inquadramento sistematico di una norma purtroppo mal scritta, dal contenuto potenzialmente deflagrante per tutto il sistema delle soluzioni concordate della crisi d'impresa.

 

SOMMARIO: 1. Il contesto in cui nasce la norma e quello in cui nasce la pronuncia. - 2. Il fatto storico come ricostruito dall'ordinanza. - 3. La motivazione del provvedimento: certezze, dubbi e possibili torsioni ermeneutiche. ­- 3.1. Il momento consumativo del reato e le condotte successive. - 3.2. L'elemento psicologico, la automatica deduzione del dolo, l'inconfigurabilità della colpa. - 3.3. Il rapporto tra l'attestatore ed il debitore: le asimmetrie sanzionatorie. - 4. I princìpi CNDCEC: natura, limiti e possibili rischi. - 4.1 Il rispetto dei princìpi CNDCEC e la valutazione da parte del dominus della procedura. - 5. L'indagine sull'elemento psicologico. - 5.1. Dolus in re ipsa? - 5.2. Dolo eventuale? - 5.3. Le possibili soluzioni. - 5.4. La condotta ideale dell'agente modello. - 6. Conclusioni.